Nessun server e' mai al sicuro

...per lo meno se non lo sono i client che lo utilizzano.

Qualche giorno fa, il provider su cui ho il server in housing (e sul quale gestisco anche alcune macchine di miei clienti) mi ha segnalato che ci sono e-mail di spam che sono andate in giro promuovendo una pagina all'interno del sito di un mio cliente. Sicuro della correttezza di quest'ultimo, che conosco da anni e che e' un gruppo di professionisti seri e affidabili, comprendo subito che qualcosa non torna. Inizialmente penso ad un errore, notando che le mail di spam non provenivano dal server in questione ma contenevano un link ad una pagina (teoricamente) inesistente.

Il sito e' su una macchina virtuale XEN dedicata, all'interno del mio server (dragas e' su un'altra macchina virtuale all'interno dello stesso server). Vado a controllare e... effettivamente noto che la pagina in questione esiste ed e' spam.

Come ha fatto il malfattore ad entrare e a inserire i suoi contenuti? Comincio ad indagare e noto che e' entrato via ftp, utilizzando l'account principale che il mio cliente usa per aggiornare il sito. Per la password e' andato direttamente sul sicuro senza neanche fare tentativi casuali o di brute force.

Essendo non banale, deve averla saputa. Contattato il cliente che, spaventato e preoccupato, mi ha raccontato di aver effettuato un aggiornamento del sito proprio il giorno prima, da una delle macchine Windows del suo studio.

Ho provato a risalire, essendo mia anche la gestione del server interno che hanno in ufficio (che si occupa, tra le altre cose, anche delle linee telefoniche Telecom, fonia VOIP e intrecci tra di esse), ad eventuali tracce di connessioni strane leggendo i log. In pratica, quando loro si sono connessi via ftp e' automaticamente partita una nuova connessione proprio verso l'ip incriminato,  quello del cracker. Evidentemente, la macchina Windows era affetta da qualche trojan che ha mandato tutte le eventuali password al suo creatore.

Mi riallaccio quindi al mio post di qualche tempo fa: il server e' sicurissimo, con password complesse e crittografia un po' ovunque. Eppure, questo non e' bastato per salvaguardare i dati e l'integrita' degli account in esso presenti.

Nessun server puo' ritenersi del tutto sicuro, a meno che per sicurezza non si intenda semplicemente l'impossibilita' di diventare root su di esso.

Meditate...

Le invenzioni piu’ importanti degli ultimi anni: 2 - il navigatore satellitare

"Scusi, avrei bisogno di un'informazione: mi saprebbe indicare la strada per..."

Chi di noi non ha pronunciato questa frase (o una sua qualsiasi variante) almeno una volta nella propria vita? Tutti, prima o poi, si sono trovati a dover viaggiare in luoghi sconosciuti, senza conoscerne la strada e senza avere la minima idea della direzione da intraprendere. Perdersi? Una certezza e, forse, e' parte di quell'emozione che si ha quando ci si trova in viaggio.

Quante volte, pero', questa situazione si crea quando si viaggia per lavoro o in caso di emergenza? Cosa accade se, cercando in piena notte la piu' vicina farmacia di turno nel luogo di villeggiatura, ci si ritrova nel bel mezzo di un poco raccomandabile quartiere di periferia? L'emozione dell'incognita lascia il posto ad un forte senso di frustrazione e di insicurezza, il tutto condito con una buona dose di parolacce.

Ricordo ancora quando, nel 1997, un elettrauto ci racconto' di come stessero montando, su TIR e mezzi da lavoro, degli apparecchi straordinari, capaci di seguirti lungo la strada e dirti, svolta dopo svolta, la direzione da seguire.

Blaupunkt TravelPilot RNS149

Certo, la spiegazione era molto approssimativa e le sue informazioni tecniche erano visibilmente inesatte (cito: "il navigatore dice al satellite dove ti trovi e quello, guardando continuamente con le telecamere tutte le strade del mondo, capisce dove devi andare in base all'indirizzo che metti"), ma qualcosa di prodigioso si poteva fiutare nell'aria.

Mio padre, sempre attento a questo tipo di innovazioni, ne acquisto' uno nel 1998: uno dei primi apparati consumer (Blaupunkt RNS149), era in realta' una radio con uno slot per inserire un cd-rom con la cartografia, con navigazione a pittogrammi e con una simpaticissima propensione al ricalcolo. Le mappe, infatti, non erano assolutamente complete e coprivano poco piu' del 50% del territorio nazionale ma era fantastico in ogni sua manifestazione, anche quando arrivavi in fondo ad una strada, costeggiando la spiaggia, dicendoti infine di "girare a sinistra", ovvero verso l'acqua del mare. :-) Andando a Bologna, poi, mostrava tutto il suo valore: nella grande citta' si riusciva a girare senza dover rallentare e senza alcuna esitazione. Il piccolo Blaupunkt poteva orientarsi anche nei famosi "canyon urbani" poiche', pur avendo un primordiale ricevitore GPS dalla scarsissima sensibilita', beneficiava di un collegamento al tachimetro della vettura, di un sensore collegato al cambio (per sapere quale fosse la direzione di marcia) e di un giroscopio per conoscere l'inclinazione e la direzione.

Fate inversione a U "Fate inversione a U"

Era lento nel calcolo della rotta ma mostrava gia' quelle che sarebbero state le potenzialita' di un sistema del genere. Nessuno, a parte camionisti, forze dell'ordine, tassisti e agenti di commercio, aveva un apparecchio del genere e io fantasticavo che nel giro di qualche anno tutti ne avrebbero avuto uno, aumentando inoltre la definizione delle mappe in maniera esponenziale.

Come previsto, nel giro di qualche anno i prezzi iniziarono a scendere e gli apparecchi ad aumentare le proprie capacita' di calcolo, di precisione e le mappe iniziarono ad avere una copertura molto piu' ampia, giungendo a comprendere anche i numeri civici di tutti i comuni con piu' di 5000 abitanti. Fu proprio in quel periodo che i maggiori produttori di apparati per auto e di GPS lanciarono dei navigatori satellitari "portatili": erano apparecchi che non necessitavano di collegamenti ad antenne esterne o al tachimetro, avevano una batteria (dalla scarsa autonomia) o davano la possibilita' di inserire delle normali pile e basavano tutte le loro decisioni sul  segnale GPS. In mancanza di esso, infatti, il navigatore smetteva di dare qualsiasi indicazione e ci si ritrovava senza una valida guida.

Uno dei primi e dei piu' validi modelli in circolazione fu il Garmin StreetPilot III. Grosso e pesante, aveva una costosa e piccola scheda di memoria che andava caricata con le mappe necessarie a partire dal cdrom fornito in dotazione. Ottimo (e lentissimo) nel calcolo, dava sempre delle buone indicazioni vocali ma aveva la tendenza a perdersi molto spesso, nonche' a

Garmin StreetPilot III Garmin StreetPilot III

non essere proprio "user friendly". Gia', perche' uno dei principali problemi legati a questo tipo di dispositivi era proprio la macchinosita' a cui si andava incontro quando si voleva impostare una destinazione. Eravamo ancora relativamente lontani dai touch screen e dai menu del tipo "dove vuoi andare", lasciando spazio ad una schiera di pulsanti all'apparenza tutti uguali. Aveva pero' una visione cartografica della strada (solo 2D) e "parlava molto", a differenza di altri che si azzittivano per decine di chilometri, senza lasciarti capire se erano solo in attesa di dare una nuova indicazione o se si erano persi.

Il prezzo elevato e la scarsa maneggevolezza dell'apparecchio ne limito' l'applicazione da parte degli utenti comuni che, pero', ben presto impararono a comprendere il senso e il significato di questi massicci, colorati e particolari apparecchi che sempre piu' spesso si vedevano spuntare dai cruscotti di fieri colleghi automobilisti.

La vera rivoluzione si ebbe con l'uscita del TomTom: l'azienda produttrice, olandese, ha sin da subito messo in chiaro che voleva creare degli apparecchi piccoli, comodi, pratici e semplici da usare per permettere anche all'utente medio di beneficiare delle meraviglie della navigazione satellitare. Basati su kernel Linux e dotati di vista 3D (indispensabile per molti, io preferisco la 2D) questi piccoli gingilli iniziarono a prendere piede ad una velocita' entusiasmante.

Inizio' subito una corsa all'acquisto che ha portato, in pochi anni, ad una agguerritissima concorrenza di modelli e case diverse, mettendo il consumatore di fronte ad una scelta davvero ampia e i produttori ad una corsa al ribasso dei prezzi.

Oggi si riescono a comprare dei validi apparati con cartografia nazionale a meno di 100 euro.

Ci sono ancora moltissime persone che denigrano o che non si fidano. Sempre piu' spesso si sente, infatti, gente che dice "non lo voglio, guardo le cartine e sono sicuro di non sbagliare" oppure "se ne sentono tante di gente che e' andata a sbattere per colpa del navigatore, io non lo voglio usare".

Oggettivamente c'e' un fondo di verita' anche in questo: non e' raro, ad esempio, ricevere un'indicazione sbagliata basata magari su un calcolo effettuato su cartine non aggiornatissime. Se un senso unico viene invertito da un giorno all'altro, e' impossibile che il navigatore ne tenga conto e potrebbe suggerirne l'imbocco. Bisogna dunque ricordare che il navigatore e' uno strumento utilissimo, quasi indispensabile per moltissime persone, ma che va usato cum grano salis.

Alcuni modelli, poi, hanno la tendenza di prediligere le mulattiere alle comode strade statali solo per far risparmiare 20 metri di strada. La colpa e' degli algoritmi di calcolo che non tengono conto di questi fattori.

Il primo TomTom GO

Parallelamente si e' assistito anche ad uno sviluppo di "software" di navigazione per cellulari o palmari. Personalmente ho girato mezz'Europa con il mio vecchio Nokia 6630 e TomTom installato al suo interno, collegati ad una antennina GPS esterna via bluetooth. A quel punto, il navigatore era davvero potenzialmente e silenziosamente arrivato nelle tasche anche dell'utente medio.

Quali sono gli sviluppi futuri, alcuni gia' in fase di sperimentazione? Aggiornamento in tempo reale delle mappe, sfruttando una connessione ad Internet; navigazione full-3d con vista dei palazzi e dei principali punti di riferimento che si possono vedere davanti ai propri occhi; aggiornamento in tempo reale delle posizioni degli autovelox, con preventiva segnalazione; calcolo degli itinerari sulla base del giorno e dell'ora, basandosi su dati raccolti da utenti che girano e che "registrano" i tempi di percorrenza nelle varie situazioni.

Il futuro portera' tantissime novita' e sorprese.

Andiamo ad analizzare quelli che possono essere i pro e i contro dell'applicazione dei navigatori satellitari:

PRO:

  • Sicurezza stradale attiva: non c'e' piu' bisogno di rallentare solo per leggere i cartelli, mettendo in pericolo la propria l'altrui incolumita'
  • Diventa impossibile sbagliare "di grosso" la strada: seguendo le istruzioni si arrivera' a destinazione, prima o poi.
  • Sicurezza personale: non ci si deve mai fermare a chiedere indicazioni, minimizzando il rischio di aggressioni o di incidenti
  • Calcolo dei tempi: si riesce ad avere un'idea di quanto tempo ci possa volere per arrivare a destinazione

CONTRO:

  • Molti automobilisti si fidano ciecamente, commettendo delle infrazioni che potrebbero compromettere la sicurezza stradale
  • Un gingillo in piu' con cui giocherellare quando invece si dovrebbe pensare a guidare
  • Un altro oggetto che sarebbe meglio NON lasciare in macchina

Ricordate, nel frattempo, di allacciare le cinture e tenere gli occhi bene aperti: nessun navigatore, infatti, puo' ancora segnalarci che stiamo per andare a sbattere o rimpiazzarci nella guida! :-)

Aggiunta:

Nel Luglio 2011, grazie a questo articolo, sono stato intervistato in TV!

Recensione di Nav4All 8.0.70 su BlackBerry Curve 8310

Logo Nav4All
Nav4All

Alcuni mesi fa ho scritto una recensione completa di Nav4All su BlackBerry Pearl e Nokia 6630, mettendone alla luce pregi, difetti e peculiarita'.

Stamattina, grazie al commento di un utente, ho scoperto che e' uscita la 8.0.70 e mi sono messo subito a scaricarla sul mio nuovo (si fa per dire, ce l'ho da Aprile) BlackBerry Curve 8310 che, ricordo, ha il GPS integrato.

Questo articolo sara' dunque un'aggiunta a quello che ho gia' scritto, mostrando piu' che altro le differenze.

Lo scaricamento e' stato rapido (per quanto possano essere rapidi 550 KB in GPRS) e l'installazione anche. E' stato richiesto un riavvio del terminale per finalizzare l'installazione.

Appena lanciato mi sono trovato di fronte alla richiesta di scaricamento della nuova interfaccia grafica. Ho acconsentito e in pochi secondi mi e' stato chiesto di scaricare i nuovi file di lingua. Ho ipotizzato, quindi, che ci fossero novita' sostanziali anche nel look&feel del programma poiche' in nessun aggiornamento precedente c'era stato bisogno di riscaricare alcunche'.

In realta' non ci sono enormi differenze: il menu e' sempre lo stesso (con qualche incomprensibile opzione in piu'), un po' confuso e ricco di opzioni.

Menu principale
Menu principale

Quello che si nota sin da subito e' il sostanziale incremento di velocita' del programma stesso. Non che prima fosse lento, ma ora si lancia in pochissimi secondi e i sottomenu si aprono in tempo reale, senza neanche un istante di attesa. La ricerca degli indirizzi e il calcolo delle rotte sembrano piu' rapidi, segno che forse hanno cambiato qualcosa nel protocollo di comunicazione o nei loro server. Ben fatto, comunque: a momenti si ha la sensazione di star lavorando su una scheda di memoria interna e non su server remoti (via GPRS, nel mio caso).

Interfaccia di navigazione

I percorsi sono sempre ben calcolati e le strade indicate sono tra le migliori che si possano scegliere. A mio personale avviso, il Nav4All spesso fornisce itinerari migliori del TomTom e del Garmin, prediligendo strade extraurbane abbastanza comode alle classiche mulattiere che il TomTom ama far percorrere ai suoi utenti o alle trafficate strade cittadine, suggerite per far risparmiare 200 metri in un itinerario di 200 chilometri.

Secondo i risultati di alcuni test condotti da una societa' olandese che si occupa di comparare l'operato dei vari navigatori satellitari, inoltre, il Nav4All sembra essere addirittura migliore di tutta la concorrenza sia nelle situazioni di "emergenza" (ricalcolo) che in quelle normali. Non giudico l'autorita' di questa societa', che non conosco, ma le prove su strada che ho effettuato sono piu' che positive e questo mi basta.

Come si comporta il Curve con il Nav4All? Benissimo: lo schermo e' grande e le frecce sono sempre ben visibili. La voce ha un volume sufficiente e il GPS integrato e' di buona qualita', rilevando rapidamente la propria posizione e fornendo un valido supporto alla navigazione. Sfruttando poi il mio abbonamento BlackBerry BIS riesco inoltre ad avere tutti i dati  compresi nel mio profilo, cosa che non guasta.

Il bilancio di questa nuova versione e' piu' che positivo: hanno migliorato la velocita' e mantenuto l'ottima qualita' di calcolo che era gia' presente.

Cio' che a mio avviso andrebbe un po' rivista e' l'interfaccia di navigazione: troppo scarna, troppo minimale e a volte potrebbe portare a commettere degli errori.

Ho scaricato e installato anche AmazeGPS. Appena provato su strada scrivero' un nuovo articolo su di esso e lo mettero' a confronto con il Nav4All.

Stay tuned!

Le invenzioni piu' importanti degli ultimi anni: 1 - il telefono cellulare

Qualche giorno fa stavo pensando a quanto erano diverse le cose quando avevo 13 anni. Il mondo era molto simile ad oggi (d'altronde sono passati meno di 16 anni) ma allo stesso tempo profondamente diverso. Le nostre abitudini erano scandite da ritmi diametralmente differenti rispetto a quelli odierni e anche i rapporti interpersonali erano su un altro piano.

Vorrei quindi intraprendere una serie di articoli su alcune invenzioni, piu' o meno recenti, che hanno pero' inevitabilmente e inesorabilmente cambiato il nostro modo di vivere e di essere noi stessi.

Le "puntate" sono in ordine sparso, quindi nessuna preferenza sulla base dell'importanza soggettiva oppure cronologica.

Partiamo dalla prima: il telefono cellulare

Segno distintivo degli "Yuppies" degli anni '80 (che risparmiavano anche sulla palestra, visto il peso delle valigette telefoniche), il telefono cellulare e' nato come strumento di comunicazione finalizzato soltanto ad alcune categorie di utenti: medici, forze dell'ordine, importanti uomini d'affari o persone che comunque, per un motivo o per un altro, avevano bisogno di essere rintracciabili ovunque e in qualunque istante della giornata.

Il cambiamento di direzione e' avvenuto verso l'inizio degli anni '90 quando lo stato decise di creare una tassa di concessione ridotta per gli utenti privati e IL gestore telefonico si adeguo' fornendo una tariffa chiamata "family". Costosa durante il giorno e piu' economica di sera, finalmente il cellulare era (quasi) alla portata di tutti.

I problemi principali restavano l'elevatissimo costo di acquisto e il canone, seppur minimo, da pagare anche se non lo si utilizzava.

Il vero boom possiamo rintracciarlo a partire dal 1996, anno in cui il gestore telefonico TIM, per primo al mondo, decise di abolire tutti i costi fissi: lancio' la carta prepagata: nessun costo di abbonamento (il gioco con la legge fu proprio questo: una prepagata non era un abbonamento), nessun fisso e si paga solo per quello che si usa. Cominciarono poi ad apparire i primi terminali GSM "economici", ormai alla portata di tutti. C'era comunque scetticismo da parte della gente e i pochi (come me) che avevano un proprio cellulare venivano scherniti, piu' o meno scherzosamente, come scimmiottatori delle persone importanti.

Feci una previsione: nel giro di 5 anni quasi tutti avranno il loro cellulare. Direi che la mia previsione fu piu' che azzeccata.

Nel giro di qualche anno tutte le famiglie si sono iniziate a dotare di cellulare e, a poco a poco, ogni membro della suddetta famiglia ha iniziato ad avere anche il suo.

Cosa e' cambiato in questi 12 anni? Tutto.

Miglioramenti portati dalla diffusione dei cellulari:

  • possibilita' di essere sempre rintracciabili e di avere sempre uno strumento di emergenza in tasca
  • contatto piu' semplice tra genitori e figli con conseguente abbattimento delle distanze
  • possibilita' di muoversi liberamente, sapendo di essere comunque sempre a portata di telefono
  • rapporti interpersonali piu' semplici e rapidi
  • 160 caratteri (un sms) dicono piu' di mille parole
  • tanti, tanti altri

Peggioramenti portati dalla diffusione dei cellulari:

  • continui rumori di suonerie ovunque si vada
  • molti figli non vengono lasciati in pace dai genitori che, se non ottengono risposta, impediscono loro di uscire
  • a volte ci si fida troppo del "sono a portata di telefono": ci sono imprevisti che un telefono non puo' risolvere (es: un medico reperibile che va a cena fuori sapendo di essere rintracciabile via cellulare non puo' sapere se in quel luogo il telefono non ha segnale, senza contare gli eventuali rischi legati alla distanza)
  • rapporti interpersonali spesso "freddi" a causa del mezzo utilizzato. una volta si parlava, si scrivevano bigliettini e lettere. oggi 160 caratteri devono bastare.
  • 160 caratteri, per alcuni ragazzini, diventano 1600. "c km st?i st bn grz!e t?ir sn ndt a scl,m h dt 4!nn vv std nt!", scimmiottando qualche antica lingua africana e rendendoli dislessici
  • tanti, tanti altri

Insomma, un'invenzione importantissima e che oggi governa le nostre vite. Chi di noi non accende il cellulare appena si alza al mattino? Chi non si lascia turbare dal suo squillo, anche se sta facendo qualcosa di importante?

Alcuni esperti dicono che oggi e' piu' difficile essere "presenti" rispetto a qualche anno fa: un sms, una chiamata, una nota in agenda tendono a portare via l'attenzione e a "rubare" del tempo alla persona che, magari, e' in compagnia di qualcun altro o dovrebbe svolgere qualche lavoro importante.

Giusto per la cronaca: sono a favore della diffusione dei cellulari, pur dovendo ammettere che sono sorte nuove problematiche che fino a qualche anno fa ci non ci saremmo neanche sognati.

Perche' esternalizzare i server puo' essere la giusta soluzione

Per anni sono stato un fautore dei server "on site", ovvero del tenere i server nello stesso luogo in cui ci si trova. In moltissime situazioni, infatti, il vantaggio di avere il server a portata di mano e' notevole e la possibilita' di gestirselo in locale porta solo vantaggi come un semplice disaster-recovery e un controllo maggiore su quello che al server avviene.

Nel corso del tempo e con l'aumentare della mia esperienza mi sono pero' accorto che questo porta dei grossi disagi: piu' il server e' importante, infatti, piu' il problema si aggrava in caso di malfunzionamenti e, Linux o non Linux, a volte i problemi insorgono.

Cosa accade quando la centrale Telecom di zona ha un problema e lascia tutti gli utenti senza connessione per qualche giorno? Che tutti i server che ci possono essere dietro restano fuori dal mondo e se essi forniscono servizi importanti...addio!

Alcuni a volte parlano di ridondanza, di replica, eccetera. Io sono un forte sostenitore dell'high availability ma spesso il gioco non e' a buon mercato per aziende o enti che hanno dei bilanci non troppo elevati o che comunque non hanno personale che possa gestire le cose in caso di problemi.

Non parliamo di procedure standard: esistono e vengono messe in atto, ma appena c'e' una virgola diversa ovviamente non si e' piu' in grado di andare avanti, causando ancora piu' frustrazione.

Da consulente, mi sono purtroppo trovato spesso con le mani legate. Mi tengo sempre un canale nei server dei miei clienti e sanno che posso intervenire tempestivamente, dovunque io sia, grazie a ssh. Se pero' la loro ADSL cade, il loro alimentatore si brucia o un pezzo di UFO decide di andarsi a conficcare proprio tra i piedini sbagliati della scheda madre, sono cavoli: devo intervenire direttamente e difficilmente si puo' dire "sono in ferie, torno la prossima settimana. State senza posta, tanto chi vi scrive...". Il cliente e' perso e comunque la tua coscienza ne risente. Senza contare che devo tararmi con l'eventuale azienda che effettua supporto hardware e il cliente non accettera' mai il discorso "il server non posso fartelo ripartire finche' l'azienda XYZ non mi monta un nuovo alimentatore compatibile".

Dopo la migrazione di Dragas prima nel VPS britannico, poi nel server dedicato tedesco (che va veramente benissimo) ho capito che in effetti posso dormire sonni piu' tranquilli: se l'ENEL taglia via la corrente a casa mia, il server continua ad andare. Se il mio router si rompe, il server resta online. Se un gestore telefonico mi stacca l'ADSL e non me la fa riattivare, il mio server resta collegato al mondo.

I costi potrebbero non essere banali. Ma un server dedicato, oggi, ha potenza piu' che sufficiente per 5/6 macchine virtuali per cui si puo' partizionare in sistemi (XEN, come nel mio, oppure OpenVZ o altro) e dividere la spesa. Personalmente ho preparato alcune macchine virtuali, ognuna con il suo IP pubblico, e le fornisco ai clienti.

Loro sono piu' tranquilli:

  • sanno che, sullo stesso hardware, sta girando anche il mio server di lavoro. Sanno quindi che non passeranno mai piu' di 5 minuti prima che ci metta le mani e, di conseguenza, anche sul loro.
  • c'e' un supporto tecnico hardware perennemente in serverfarm, in caso di guasto
  • l'alimentazione e' ridondata
  • la banda e' superiore a quanto loro possono sognare di avere nei loro uffici
  • io posso avere accesso globale alla macchina anche in caso di problemi e senza dovermi recare nei loro uffici
  • non devono preoccuparsi degli involontari attacchi della famosa "donna di servizio ®" che ha la capacita' di staccare la spina proprio della macchina che non deve essere mai staccata

Io sono piu' sereno:

  • una serverfarm mette sempre a disposizione una qualche console seriale o strumento di recovery, di solito raggiungibile anche quando il server dedicato e' finito offline per qualche motivo
  • posso intervenire ovunque io sia: se sono in vacanza alle Maldive (magari), mi basta trovare una qualunque connessione ad Internet e lavorare. Se la macchina non e' raggiungibile, contatto la server farm e chiedo spiegazioni.
  • riesco a tenere tutti i sistemi, miei e dei clienti, vicini e coerenti
  • ho qualcuno che, in caso di guasti, mi va fisicamente a cambiare il componente

Per farla breve, credo che ad aziende medio/piccole oggi convenga dare servizi in outsourcing. I costi vengono ben bilanciati dalla qualita' del servizio (se viene fornito da gente competente) e dalla sicurezza di trovare la propria macchina sempre online.

Se avete bisogno di un server gestito, quindi, non esitate a contattarmi! (Pubblicita' Progresso) :-D