Vent'anni di informatica (happy birthday to me)

Il fatidico giorno e' arrivato: oggi compio 28 anni e festeggio il ventesimo anno di possesso di un computer personale. Proprio il 19 Dicembre 1987, infatti, ricevetti in regalo un meraviglioso Commodore 64 dotato di registratore (non il famoso Datassette ma un compatibile che spesso si comportava meglio dell'originale), due Joystick non a microswitch e la famosa "prima cassetta". Di cosa si trattava? Di un'audiocassetta rigorosamente duplicata che uno dei due negozi Commodore della citta' regalava a coloro che andavano ad acquistare un C64. Conteneva giochi vecchi (il primo del lato A: Pole Position) ma molto in voga a quell'epoca e tutti noi bambini vedevamo quella prima cassetta come il simbolo del possesso di un computer.

Ci ho fatto di tutto e ho cercato di evitare che mi rubasse la fanciullezza. L'interesse pero' era tanto e avevo collezionato innumerevoli cassette, un bellissimo drive floppy 1541-II (che, ancora oggi, credo sia stato un gioiello di estetica) e tanti di quei giochi da far invidia ai collezionisti. Il mio preferito? Probabilmente il mitico Zak McKracken che, a distanza di quasi vent'anni, non ho ancora mai finito. Zzap era una lettura obbligata e fantasticavo vedendo in edicola "The Games Machine" o TGM, dedicata ai costosi e inarrivabili computer a 16 bit. Il sogno nascosto? Un Commodore Amiga uguale a quello di mio cugino.

Dopo anni di C64 i miei genitori promisero di regalarmi un Amiga500 se fossi stato promosso bene in prima media (era il 1991). La promozione arrivo' e, insieme ad essa, l'Amiga. Era un Amiga 500 1.3, non aveva nulla di particolare ma era bellissimo perche'...era il mio! :-) Vendetti (purtroppo!) il C64 e comprai una stampante ad aghi. Essa e' ancora in funzione a casa di un parente. Col passare del tempo presi tante espansioni: quasi subito 512KB di ram aggiuntiva perche' volevo giocare a "The Secret of Monkey Island", probabilmente l'avventura grafica piu' bella di tutti i tempi. Poi un modulo esterno da 4 MB che mi permetteva di creare tanti ramdisk e metterci i miei floppy, onde evitare lo swap selvaggio che era tanto in voga a quell'epoca. Presi anche un floppy esterno e una cartuccia "Action Replay" che, pero', non ho mai usato abbastanza. Passavano gli anni ed ebbi la possibilita' di provare un IBM PS/1 a casa di un amico. Pur non rimanendone strabiliato, capii subito che il futuro sarebbe stato su PC. L'Amiga era prevalentemente una macchina da gioco (nella mia ottica di quell'epoca) e io stavo crescendo. Ricordavo, inoltre, che un mio zio aveva un bellissimo PC 386 in ufficio e aveva l'aria davvero professionale. Insomma, volevo un computer "professionale" anche io.

Fu nel settembre del 1993 che arrivo' il mio primo PC: un Olidata 486 DLC a 33 Mhz. Mi sembra che avesse 4 MB di Ram e 120MB di disco ma non ci giurerei, e' passato tanto tempo... Il processore era della Cyrix ed era famoso per avere un bug per cui bisognava disattivare la cache per far andare alcuni programmi in modalita' protetta, penalizzando le prestazioni. Ovviamente era uno dei pochi 486 sprovvisti di cooprocessore matematico (che pero' emulavo, con pessimi risultati, via software).

Un anno dopo arrivo' il mio primo portatile: un Compaq Contura Aero 4/25, un sub-notebook davvero piccolo e leggero. Era fantastico, lo adoravo: il suo schermo LCD a tonalita' di grigio era quasi illegibile con tanta luce, il suo trackball era scomodissimo e aveva la tendenza a rompere la cerniera di tenuta dello schermo ma... era il mio portatile! Era un 486SX/25, aveva 4MB di ram e 85MB di disco rigido. Novita': non aveva floppy interno ma esterno e collegabile via PCMCIA. Chissa' se oggi funziona ancora, magari sul mio moderno portatile! Proprio a quell'epoca, poi, iniziai ad interessarmi alle reti. Era l'era di FidoNet e mi collegavo una volta al giorno (a volte due) per scaricare posta e messaggi. Le chiamate, rigorosamente a lunga distanza per l'assenza di BBS nella mia citta', erano sempre abbastanza rapide per cui non ebbi grossi impatti sulle bollette. Diventai moderatore nazionale della VREALITY.ITA e co-sysop di una BBS locale. Avevo solo 15 anni, nessuno dei miei amici capiva esattamente cosa stessi facendo ed evitava di chiedere informazioni per non trovarsi davanti ad un incomprensibile monologo ma... mi piaceva, e questo per me era sufficiente.

Mi scagliai (quasi) apertamente contro Usenet perche', a mio avviso, avrebbe indotto moltissime persone incompetenti a partecipare e, di rimando, peggiorato di molto la qualita' delle conversazioni. Ritenevo Internet troppo "dispersiva", adatta agli usi generici ma poco tecnica. In parte avevo ragione, la dispersivita' c'e' ma abbiamo trovato comunque un modo di avere un nostro spazio e di evitare che ci siano "sconfinamenti" troppo forti. Resta comunque il fatto che oggi Internet e' alla portata di tutti e che la mamma degli idioti e' sempre incinta. Le conclusioni sono ovvie...

Non entro nella descrizione di tutto l'hardware che mi e' passato per le mani negli anni successivi, sarebbe impossibile e troppo noioso. Forse il momento degno di nota e' un imprecisato giorno del Settembre 1996, giorno in cui vidi una pubblicita' da qualche parte che per 10.000 lire ti spedivano un cofanetto con 6 cd direttamente a casa e che comprendeva un sistema operativo "libero" e "gratuito". Lo ordinai, incuriosito. Arrivo' un pacchetto che conteneva un'arcaica Red-Hat e una Debian. Feci qualche prova ma decisi che non era per me, avevo ancora della strada da fare (e la mia connessione ad Internet era ancora troppo lenta).

Decisi di riprovare GNU/Linux nel 1998, prima di iscrivermi all'universita'. Misi dentro Debian e, stavolta, fui davvero preso... il resto e' storia recente e non mi va di raccontarla, dovrebbe essere abbastanza intuibile da quello che si legge in queste pagine.

Ho visto cambiare le cose, faccio cose che non avrei mai neanche immaginato cinque anni fa e, purtroppo, non ne faccio alcune che qualche anno fa sarebbero sembrate ovvie. Comunque sia... buon compleanno a me! :-)

Prosegue il processo contro Hans Reiser

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Prosegue il processo nei confronti di Hans Reiser. Per chi non lo sapesse, il signor Reiser ha inventato e realizzato l'omonima famiglia di file system per Linux ed e' finito in carcere con l'accusa di essere l'omicida di sua moglie, sparita poco piu' di un anno fa. Il mio interesse nei confronti di questa vicenda nasce dal fatto che l'ho conosciuto personalmente e ci sono stato a cena insieme.

Sin dall'inizio c'e' stata la tendenza, da parte del giudice, a considerare come "assodato" il fatto che ci sono molti indizi a suo carico e molti dubbi sulla sua effettiva "buona fede". Per quanto Reiser stia cercando di professarsi innocente, moltissime cose strane sono accadute subito dopo la sparizione della sua ex-moglie Nina.

  • che fine ha fatto il sedile del passeggero della Honda CRX della mamma di Hans e che, in quei giorni, stava usando proprio lui?
  • perche' Hans, che sapeva di essere seguito da un elicottero, e' fuggito in un bosco e non si e' fatto ritrovare prima del giorno successivo?
  • perche' pochi giorni dopo la morte della moglie ha comprato alcuni libri su omicidi famosi e li ha pagati in contanti, negando di avere una tessera fedelta' della libreria (che sara' poi trovata nel suo portafogli)?
  • perche', appena divenuta pubblica la notizia della sparizione di Nina, non si e' preoccupato dello stato figli e ha pensato solo a mettersi a posto con il suo avvocato?

Stanno cercando di dipingerlo come un uomo molto intelligente ma stressato dal lavoro, dal fallito matrimonio e allo stremo delle energie. Stanno cercando di dimostrare che ha delle carenti "social skills". In italiano possiamo tradurlo con un meno appropriato "attitudini sociali" ma il concetto e' semplice: e' un tipo strano, che faceva discorsi strani ma e' sempre stato cosi'.

Alcuni genitori di compagni di classe dei figli dicono che faceva delle strane battute sulla moglie, che rimarcava spesso che lei era una sanguisuga e che sarebbe stato molto meglio se non avesse avuto questo impegno economico. Molti dicono che, addirittura, faceva questi discorsi con estranei o comunque in situazioni totalmente fuori da quelle che potrebbero essere ottimali alla rivelazione di questi fatti personali.

In sua difesa, invece, ci sono delle prove che testimoniano che Nina versava in cattive condizioni economiche e una sparizione, quindi, avrebbe risolto molti dei suoi problemi. Dicono anche che lei, pur avendo una nuova relazione sentimentale (con un tipo talmente geloso da controllarle anche la posta elettronica), continuasse ad intrattenere rapporti con un altro uomo che era stato il suo amante. Quest'ultimo le avrebbe pagato alcune rate dell'affitto e avrebbe lasciato dei messaggi abbastanza affettuosi nella segreteria telefonica. Non ci sarebbe nulla di strano se non fosse che questo signore era uno dei migliori amici di Hans Reiser e che e' stato arrestato per violenze. Uomo dedito ad attivita' sado-maso, si pensa che abbia condotto Nina in questo mondo quando era ancora sposata.

Alcuni tendono poi a dire che Nina stessa non fosse mai stata davvero interessata ad Hans ma piu' ad un matrimonio per giungere in America. Quanto questo sia vero puo' saperlo solo lei (o la sua piu' cara amica, anch'essa di origini russe e trapiantata negli USA), effettivamente sembra che Nina si sia rivolta ad una agenzia matrimoniale a distanza pur essendo una donna bella, simpatica e solare.

C'e' poi il problema dei bambini: sono in Russia, hanno la cittadinanza russa e stanno iniziando ad avere un accento inglese da russo/americani. C'e' il dubbio che essi possano essere stati manipolati da qualche psichiatra. Il figlio maggiore, che all'epoca disse di non ricordare nulla e di aver visto la madre quando li ha lasciati a casa del papa', oggi (ha 8 anni) dice di ricordare distintamente suo padre che porta fuori una borsa con dentro quella che potrebbe essere sua madre. Allo stesso tempo, poi, dice di odiare "Hans" perche' "he hides Nina" ("nasconde Nina") e chiede, ogni tanto, "where's Nina?" ("dov'e' Nina?") Qualcosa, dunque, non va. Perche' dovrebbe odiare il padre pur non sapendo nulla sulle sorti della madre? Inoltre un bambino, a quell'eta', tende a dimenticare o ad avere ricordi "manipolati" dagli eventi. Probabilmente ha solo sognato di aver visto il padre e se ne e' convinto oppure e' stato spinto a ricordare qualcosa di non vero dagli psicologi russi.

Cosa sta dunque avvenendo? L'accusa cerca di dimostrare che Hans provava un odio incondizionato verso Nina, un odio che lo avrebbe spinto a farla fuori e, essendo lui un uomo molto intelligente, e' riuscito a nascondere cadavere e prove al meglio. La difesa invece cerca solo di dimostrare che Hans e' un uomo strambo, un "nerd" e come tale probabilmente ha solo una cattiva propensione ai rapporti sociali, nulla di piu'.

Negli ultimi giorni, poi, e' venuto fuori che Nina mostrava interesse per la Namesys, l'azienda di Hans, della quale avrebbe avuto diritto al 50% del vaolre. Avrebbe pero' piu' volte rimarcato che non sarebbe mai riuscita a metterci le mani e l'(ormai) ex-marito avrebbe preferito venderla piuttosto che lasciarla nelle sue mani.

Il termine del processo e' fissato per il 17 Gennaio 2008 ma si capisce gia' che si protrarra' oltre per vacanze di Natale, assenze del giudice legate ad altri impegni e per la difficolta' a giungere a dei punti fermi.

Come andra' a finire? Io un'idea ce l'ho. Aspetto pero' qualche giorno prima di dire la mia.

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Problemi con alcuni plugin su Wordpress "debianizzato"

[italian]Debian, da brava distribuzione GNU/Linux orientata ad amministratori accorti ed impegnati, fornisce un pacchetto "Wordpress" aggiornato nei suoi repository ufficiali. Mentre e' quasi improponibile utilizzare la versione della "stable", in quanto molto vecchia, essa puo' essere una scelta interessante in "unstable". Come spesso accade con pacchetti del genere (si veda squirrelmail, phpmyadmin, ecc.) il programma si installa nella /usr/share/wordpress e fornisce uno script (/usr/share/doc/wordpress/examples/setup-mysql) che permette di automatizzare la creazione di un nuovo blog. Basta infatti specificare l'indirizzo web del sito che si vuole creare e il gioco e' fatto. A questo punto sara' sufficiente istruire il proprio http server (Apache, lighttpd, nginx, ecc.) affinche' mappi nella directory locale /usr/share/wordpress tutte le connessioni in entrata relative al nuovo blog.

Approccio interessante. Vantaggi:

  • gestione centralizzata e automatizzata degli aggiornamenti
  • gestione centralizzata dei temi e dei plugin
  • un unica copia di wordpress in giro per il server

Uno dei principali benefici e' quello di "alleviare" il carico di ram e di cpu a xcache: i vari blog faranno sempre riferimento agli stessi file in php e xcache ne dovra' tenere semplicemente UNA copia, ricompilandola solo quando davvero ce ne e' bisogno.

Dopo alcuni mesi di utilizzo, pero', sono venuti alla luce alcuni problemi:

  • alcuni temi, come "Giraffe", richiedono alcune impostazioni specifiche e le memorizzano su file. Esse saranno comuni a tutti i blog utilizzanti il suddetto tema
  • alcuni plugin (come wp-supercache, wp-sitemap e cosi' via) si basano sul concetto che ogni blog ha una sua root e una sua specifica installazione nel sistema. Scrivono quindi dei file partendo dal presupposto che essi sono effettivamente parte di un singolo blog, creando risultati imprevedibili (es: www.blog1.net e www.blog2.net rischiano di avere una sitemap comune relativa al primo dei due che l'ha generata)
  • un aggiornamento "fasullo" potrebbe di compromettere tutti i blog presenti nel sistema

Possono esserci varie soluzioni. Coloro che creano questi plugin (o temi) dovrebbero utilizzare di piu' i database e meno i file ma in alcuni casi questo e' virtualmente impossibile.

Un'alternativa che devo ancora provare e' Wordpress-MU che dovrebbe avere tutto un sistema di isolamento dei singoli blog.

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Il talebanesimo dell'informatica, in ogni sua forma (e della gente in generale)

[italian]La vera saggezza sta in colui che sa di non sapere, Socrate

Inizio questo post in tono filosofico, forse perche' stamattina sono abbastanza arrabbiato e cerco una valvola di sfogo. Stavolta, quindi, scrivero' delle cose che di solito, nel mio essere "equilibrato" non dico mai direttamente.

Viviamo in un mondo che ci abitua ad avere diritto a tutto, a pubblicita' che ci coccolano e ci convincono che siamo al centro dell'universo (poi ci truffano in ogni modo, ma questo e' un altro punto). Siamo diventati, dunque, arroganti e onniscienti, crediamo si sapere tutto e di possedere la conoscenza della "verita' universale". Noi e nessun altro.

Odio gli integralisti Microsoft, spesso fighetti bacchettoni che credono che facendo quattro click si possano risolvere tutti i problemi dell'informatica e non capiscono che invece i problemi principali dell'informatica sono loro, con la loro saccenza e la loro superiorita' legate ad una incompetenza cronica portata dalla loro illusione di conoscenza. Ritengono arrogantemente che si possa comprare tutto e che il software che costa e' fatto per forza bene, senza capire che la forza lavoro che c'e' dietro viene spesso pagata pochi euro l'ora in paesi in via di sviluppo. Guardano dall'alto tutti gli altri e si pongono con sufficienza, convinti che chi non usa MS sia un bimbo che gioca in un box. Ricordo ancora, qualche anno fa, un colloquio presso una azienda di informatica che mi spiegava che oggi non si appaltano quasi piu' i software a ditte di programmazione italiane ma si prendono ditte brasiliane, argentine, rumene, russe e cosi' via perche' economiche e valide. Certo, l'assistenza post-vendita e' lacunosa, ma who cares?

Odio gli integralisti Linux (si, avete letto bene e rischio di non dirlo piu' :-) ), spesso competenti e intelligenti ma disadattati, nerd allo stato puro e con una visione totalmente distorta del mondo. Ragazzi, il mondo non e' solo fatto di bit e di byte, non esiste solo l'OpenSource e non siete solo voi a conoscere il segreto piu' recondito di tutto il mondo digitale. Quale? Non lo conosco, non sono poi cosi' integralista, io. Quello che dovrebbero capire e' che non si vive di solo kernel e l'universo e' ben distante dalla propria realta' puramente"hacker". Non si puo' ignorare tutto cio' che accade intorno, non si deve pensare solo ed esclusivamente al proprio orticello. Open-source e closed-mind non vanno d'accordo tra loro. Hacker si, ma come filosofia di vita.

Odio gli integralisti BSD che odiano Linux e tutto il resto del mondo. Ancora non hanno capito che tra "nicchie" bisogna collaborare e non sparare a zero su tutto cio' che non e' esattamente come lo vorremmo. Mi sono trovato MOLTE volte in mezzo a discussioni forti tra utenti BSD e utenti Linux, l'uno screditando l'altro. Personalmente ritengo che i sistemi BSD abbiano una qualita' di codice mediamente molto elevata e credo che in molte situazioni possano essere preferibili a Linux. In generale, i BSD-geek sono paragonabili ai Linux geek.

Non ho mai conosciuto veri integralisti Mac, piu' che altro Mac user medi soddisfatti. Possono anche essere un po' miopi ma almeno si tengono fuori da questioni puramente tecniche.

Odio chi rimpiange OS/2, BeOS, AmigaOS, il comando "sys 64738". Erano fatti bene? Rifacciamoli! Ma la domanda che mi pongo e': conviene nel 2007 (quasi 2008)  continuare a sviluppare qualcosa che quindici anni fa era ben fatta? Non lo so. Esistono delle nuove versioni di BeOS, AmigaOS... ma che senso hanno oggi? Gia' abbiamo avuto tanti problemi con il supporto hardware su Linux e *BSD, ora che le cose sembrano andare un po' meglio ci ributtiamo nel caos? Fate voi, ma poi non piangete. Oppure prendete esempio dalle vecchie glorie e create qualcosa di nuovo, possibilmente diversa da "Viste" che occupano 592 mega di ram per mostrare un desktop.

Allora perche' il mondo gira in buona parte intorno a Microsoft? La gente vuole essere adulata, coccolata ed interessata. Microsoft ha una aggressiva politica di marketing e ha capito una cosa: specialmente chi non sa vuole essere sbalordito ed illuso. Illuso di cosa? Di saper fare. Questo, purtroppo, i talebani dell'OpenSource non l'hanno ancora capito. Superiorita' tecnica non vuol dire necessariamente maggior successo (altrimenti avremmo avuto Betamax e non VHS, ecc.) e starsi a prendere a pugni su un "#include" o su stupide questioni minimali non aiuta. Non aiuta neanche l'atteggiamento "we're the best, forget the rest" che spesso si respira negli ambienti Open. Proponiamo cose sensate alle aziende, non imbarchiamoci in cose tanto strane, cerchiamo di essere obiettivi. Forse qualcosa in piu' si muovera'. Forse.

Open-source si sposa male con closed-mind.

Parzialmente legato all'informatica, un ulteriore odio:

Odio il modo in cui certe persone credono di avere conoscenza universale su it.wikipedia. Il progetto e' interessante e ambizioso ma ci sono certe persone che passano la loro giornata davanti alla pagina delle ultime modifiche e a decidere cosa deve stare dentro e cosa deve stare fuori. Chi siete voi per deciderlo? Cosa credete di sapere? Provai ad inserire alcune modifiche in pagine di informatica, ambito nel quale non credo di essere l'ultimo arrivato. Beh, furono cambiate inserendo cose sbagliate. Di fronte alla mia "risistemazione" fui ammonito ed invitato a non proseguire poiche' alcuni "moderatori" avevano deciso di apportare modifiche e, quando intervengono loro, bisogna sottostare. Open vuol dire aperto. Questi moderatori mostravano chiaramente di non sapere esattamente di cosa si stesse parlando. Lanciai una laconica risposta e lasciai perdere, direzionandomi verso altri fronti.

Mesi dopo mi trovai in una situazione simile, sempre su wikipedia, con il progetto Mangapedia. Progetto libero, aperto, gratuito e ricco di informazioni su anime, manga e fumetti (oggi) ma ancora all'inizio all'epoca, pensai bene di inserirlo in una pagina (se ci puo' stare il FreeOsZoo, che era del tutto embrionale, ci puo' stare anche Mangapedia, no?). Ebbene: fu aperta una fitta discussione su quella che sarebbe dovuta essere la sorte del progetto che, alla fine, porto' alla decisione di cancellare la pagina poiche' Mangapedia non era (ancora) cosi' importante da essere considerata di carattere "enciclopedico". Allo stesso modo sono state apportate modifiche a molti altri articoli, molte altre pagine e moltissimi utenti si sono arrabbiati e alterati. Ci furono anche molti tentativi di defacement del progetto stesso, vennero create pagine intere di discussioni e critiche sterili proprio dalle persone che precedentemente avevano "deciso" di rimuovere la pagina da Wikipedia. Da quel momento in poi ho deciso di boicottare wikipedia italiana in favore di quella anglofona. Altri utenti, altre pagine, stessa situazione. Miopia totale? Forse, o magari brama di accentramento: se qualcosa e' in wikipedia e' sotto loro diretta osservazione -> controllo. Bah. Tanto per dimostrarare: sulla wikipedia tedesca ho trovato questo articolo su un resort nell'isola di Maiorca. Ho avuto la fortuna di andare in vacanza proprio in quel posto, nel 1996: l'intera zona e' un villaggio turistico posseduto da un consorzio di hotel, cosi' come spiegato anche dall'articolo tedesco. E' enciclopedico? No. Ma c'e' lo stesso.

Infine, odio gli anziani che al mattino alle 8 vanno verso i centri commerciali in auto e bloccano il traffico dei lavoratori, che alle 17.30 del sabato sera si mettono in fila alla cassa, perdono e fanno perdere tempo e si alterano se c'e' coda. Stessa sorte per i "cari" signori anziani che ci abitano sotto, che alle 5 del mattino fanno rumore in casa ma poi se sentono volare una mosca alle 22.30 cominciano a urlare (ma solo se in tv non stanno dando qualcosa con Maria De Filippi, La sai l'ultima o Ciao Darwin. In quel caso, TV a tutto volume fino a mezzanotte)

Bene, dopo tutta questa filippica su chi e cosa odio passiamo a cio' che mi piace.

Mi piace quello che funziona bene, che e' prevedibile e che non impazzisce dopo qualche giorno. Con questa frase ho appena definito i sistemi Unix-like opensource di cui ho parlato poc'anzi.

Mi piacciono le community online che funzionano, che sanno aiutare e che hanno bisogno di aiuto. Lungi da me gente che viene da sette chiuse, "caste" dove c'e' un vate che si pronuncia e gli altri devono restare in silenzio. Qualche anno fa ebbi una civile (da parte mia) divergenza di idee con un importante membro di un importante LUG. Volevo tirare su un server di posta multidominio e chiedevo alcune indicazioni (e' passato tanto tempo da allora...). Utilizzavo (come tutt'ora faccio) una connessione ADSL dial-up con ip dinamico e chiedevo qualche delucidazione su alcune questioni tecniche. Fui brutalmente attaccato perche' "Internet e' una rete commerciale e persone che vogliono fare certe cose con IP dinamici sono solo un cancro per la rete. Se non avete i soldi per fare certe cose, non le fate.". Puro spirito opensource, non trovate? Magari qualche giorno dopo questo signore spiegava alle folle che il bello dei sistemi OpenSource e' quello di poter tirare su server a bassissimo costo a gente che non puo' permettersi infrastrutture professionali.

Mi piacciono i sistemi tecnici wiki, ognuno puo' dare il proprio contributo e, in caso di errore, altri possono sopraggiungere allo scopo di correggere. Ho reso FreeOsZoo wiki proprio per questo, ho poi pero' creato un blog per poter avere un canale di comunicazione piu' personale e diretto. L'accoppiata sembra funzionare. E ne sono felice. Mi piacciono i wiki di openwrt, openvz, Debian e tanti altri.

Mi piace la collaborativita' aperta di progetti come EN.wikipedia.org, contribuisco attivamente e lancio il mio sassolino nel fiume cercando di aiutare nella creazione della diga.

Mi piacciono i clienti che si fidano, che pagano nei tempi e che mi fanno fare quello che voglio con i loro server. Di solito sono i clienti piu' soddisfatti e che amano le cose fatte bene. Non se ne pentono.

Mi piacciono le persone intelligenti, di mente aperta e pronte al dialogo. Per fortuna ce ne sono molte.

Sfogo terminato. Se siete arrivati fin qui meritate un premio. Quale? Al momento ancora non lo so...

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Scelta di un file system per unita' di memorizzazione esterne

[italian]Al giorno d'oggi abbiamo unita' esterne di memorizzazione di capacita' davvero elevata. Lontani sono i tempi delle care, vecchie cassette che, con non troppo stupore, moltissimi ragazzini d'oggi non hanno mai utilizzato. Ricordo ancora il "Press play on tape" del mio grandioso Commodore 64, regalatomi per il mio ottavo compleanno (e, signori cari, tra qualche giorno saranno passati vent'anni da quel momento...vent'anni di informatica!)

Siamo poi passati ad i floppy. Piu' rapidi, piu' capienti ma anche piu' inaffidabili. Da quando sono iniziati ad apparire dispositivi ad alta capacita' e alta velocita' come i dischi esterni e le memorie flash, si sono iniziate a porre delle nuove problematiche legate alla metodologia di gestione dei dati in essi inseriti. Il vetusto file system FAT va ancora per la maggiore, specialmente per apparati come fotocamere digitali, lettori MP3 e cosi' via ma e' decisamente obsoleto ed insufficiente se si devono gestire quantitativi di dati abbastanza importanti. Cosa usare, allora? Non esiste una scelta migliore in maniera universale ma bisogna tenere conto delle proprie esigenze.

Uno dei problemi delle memorie flash e' quello legato all'effetto aging, ovvero all'invecchiamento prematuro. Le memorie a stato solido, a differenza di quelle magnetiche, hanno un numero finito di scritture possibili. Questo vuol dire che piu' volte si scrive su un determinato "settore", piu' si "accorcia" la sua vita e si rischia di rendere inutilizzabile tutto il supporto.

I produttori, per alleviare il problema, hanno iniziato ad inserire dei circuiti logici che fanno in modo che le scritture vengano effettuate in maniera abbastanza omogenea in tutto lo spazio disponibile e si eviti di sovraccaricare sempre e comunque una specifica zona. Questo significa anche che e' buona norma evitare di effettuare delle scritture inutili pena non solo l'attesa ma anche l'usura elevata della nostra memoria. Si consiglia, dunque, di evitare di utilizzare file system che utilizzano tecniche di journaling come ext3, reiserfs, xfs, jfs, reiser4, NTFS, HFS+, eccetera. Nessun problema, invece, per le tradizionali unita' magnetiche.

Per quanto riguarda le unita' flash, ext2 risulta essere uno dei file system piu' indicati in quanto non effettua scritture inutili, e' ben collaudato e riesce a gestire dischi di dimensioni talmente elevate che, per ora, l'utente medio non riuscirebbe neanche a concepire.

Per le unita' magnetiche, la scelta e' totalmente arbitraria e lasciata al lettore per esercizio! :-)

Un suggerimento per entrambe le situazioni: ext2 ed ext3 riservano, di default, il 5% del disco per l'utente root. Questo, su un supporto esterno, e' praticamente spazio sprecato. Si consiglia dunque di dare il comando:

tune2fs -m 0 /dev/partizionedeldiscoesterno

In questa maniera tutto lo spazio formattato sara' accessibile dall'utente e verra' recuperato anche quel 5% altrimenti buttato.

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