Hacker e' una vera e propria filosofia

Salve a tutti. Aggiungo qui un intervento da me fatto (e pubblicato) nella rubrica "Italians" di Beppe Severgnini. Buona lettura!

Caro Beppe e cari Italians,

vorrei chiarire il vero significato di un termine che sempre più spesso viene utilizzato a sproposito, gettando cattiva luce su chi da esso si sente rappresentato. Il termine è «hacker». I media, il cinema e la mentalità popolare ci hanno abituati che l'hacker è «colui che è esperto del mezzo informatico e lo usa per scopi maligni».

«Un hacker è entrato in una banca dati e ha cancellato tutto» oppure «I dati delle carte di credito sono stati rubati da un hacker». Questo disonora i veri hacker e getta fango su tutta la categoria degli esperti di informatica. L'hacker è colui che ama «smanetttare e studiare a fondo qualcosa che ha di fronte», che vuole ottenere di piu' dallo strumento che ha a disposizione. Ma non per scopi illeciti o immorali, bensì per il piacere di studiare e comprendere a fondo ciò che ha tra le mani. Esempi del mondo reale? Prendiamo una porta blindata. L'utente «medio» è quello che sa che essa è sicura e la usa quotidianamente. Non si pone altre domande, sa usare le chiavi e questo è sufficiente. L'hacker è quello che decide di smontarla per vedere come è fatta al fine di capirne a fondo i meccanismi più interni. Poi? Basta, magari pensa a come si potrebbe migliorare. Quello che i media chiamano hacker, ma che hacker non è, smonterebbe la porta per capire come è fatta, e utilizzare le conoscenze acquisite allo scopo di sabotarne o forzarne altre. Questo non è un hacker, ma un criminale. Molti bambini sono hacker: smontano i propri giocattoli per vedere come sono fatti. Io lo ero. E lo sono ancora oggi. Non forzo sistemi governativi, non rubo carte di credito, non frodo poveri malcapitati mandando email fraudolente. Non sono un malvivente. Quella hacker è una vera e propria filosofia. Filosofia dello studio, non dell'illegalità.

Beppe racconta del suo primo Macintosh, esposto in salotto: un pezzo d'arredamento moderno. Certo questo non lo rende un hacker informatico ma, dopo questa rivelazione, tutti noi «di tecnologia» lo guardiamo con simpatia e decisa approvazione. Lui è un hacker delle civiltà: girando ha imparato a studiare a fondo i diversi popoli e a riconoscerne pregi, difetti e punti deboli. Ma non li usa per truffare nessuno.

Un saluto.

Perche' Ubuntu non e' (ancora) la distribuzione per tutti

Sono stato "attratto" da Ubuntu sin dalla sua nascita. Forse non dalla prima versione, ma dal clamore che si e' trascinata. La distribuzione "umana", a portata di tutti. "Come Debian, piu' aggiornata e piu' user friendly". Insomma, da provare. Nel frattempo era gia' uscita la seconda versione. E tutti ne parlavano bene. Sono anche il responsabile del FreeOsZoo quindi adoro avere una visione ampia delle cose.

Prima cosa che non mi piaceva: la distribuzione arriva con Gnome preinstallato. Ho usato Gnome per quasi due anni ma alla fine ho deciso di riprovare KDE (che non toccavo piu' dalla 1.0) e l'ho tenuto. Mi piace di piu' e lo ritengo piu' comodo per i miei scopi, nessuna guerra di religione. :-) Ho usato MacOS per piu' di un anno e sono cresciuto con twm e icewm, quindi so cosa significhi un desktop minimale. Ma sulla mia workstation mi trovo bene con Kde.

Scopro che esiste il progetto Kubuntu, all'epoca considerato non ufficiale ma perfettamente compatibile. Provai e lo installai sul mio nuovo AMD64 poiche' Debian aveva un supporto ancora acerbo per questa architettura.

Passarono le settimane e tutto andava liscio quando arrivo' il momento di aggiornare: a causa della carenza di pacchetti per me importanti avevo dovuto aggiungere molti repository esterni e questo, in fase di aggiornamento, ha causato un po' di guai. Decisi dunque di riprovare con Debian Sid e tenere quella.

Ma lo spettro di Ubuntu continuava a svolazzarmi intorno... Giugno 2006, esce la famosa 6.06 LTS, e qui si comincia a fare sul serio. Basta, ordino i cd stampigliati della Canonical, sia per i386 che amd64. E scarico l'immagine PPC, il mio caro iBook G4 merita una prova. Sempre Kubuntu, ovviamente.

Arrivano i cd, installo e comincio ad usare. Il sistema viene su bene, si installa rapidamente ma...decide che la mia partizione FAT32 (con dentro un Win2K di test) ha qualcosa che non va. Forza un controllo e... puff, la partizione diventa illeggibile. Amen, non era importante. Ma andiamo avanti... alla fine dell'installazione noto che il sistema e' tutto in inglese. Non e' un problema, decido di installare la lingua italiana. E qui cominciano i dolori: il package manager non e' all'altezza di aptitude (comunque presente, ma teniamo a mente i novellini), lento e con una cattiva risoluzione delle dipendenze. Insomma, decido comunque di usare aptitude.

Installo tutto il supporto italiano, tiro dentro dei repository esterni per il multimedia, correggo a mano delle configurazioni perche' non funzionava il 3D nella mia "stranissima" Ati Radeon 9200 (per fortuna avevo ancora la mia fida debian nell'altra partizione), il sistema non si sospende su ram e su disco, mancano molti pacchetti importanti... e la mia wireless non viene neanche riconosciuta (chipset acx111). Procedo con tutte le operazioni a mano, installo i vari moduli, compilo di la, sistemo script avvio di qua... Ma non doveva essere la distribuzione "per le masse"? Uscivo da una esperienza discreta con una Suse 10.0, della quale volevo liberarmi solo per i problemi legati alla gestione dei repository esterni ma sostanzialmente buona. Uso Debian dal 1997, mi ritengo abbastanza open-minded per poter switchare. Di contro andava abbastanza bene sul mio iBook... Su un altro portatile, un vecchio Celeron 800 con 256 meg di ram, neanche si installava: un crash al boot ne impediva il funzionamento (e non c'erano noapic nolapic noapm noacpi nopcmcia nousb... che risolvessero). Debian, invece, andava sempre alla grande.

Pensai che Ubuntu fosse ancora un po' acerba ma che avesse grandi possibilita'. Allo stesso tempo pero' mi meravigliavo del clamore suscitato nelle masse: secondo me non c'era dentro molto di piu' di quanto non ci fosse in altre distro preconfezionat. Penso sia piu' frustrante avere strumenti apparentemente semplici ma non funzionanti che sapere sin dall'inizio che la strada potrebbe essere un po' tortuosa.

Metto quindi da parte Ubuntu per un po', aspettando novita' di rilievo. Alcuni giorni fa ho installato una Debian Etch in un server comunale, che dentro una VM fa girare uno SCO Unix che si occupa del tributario e dell'anagrafe. Ho notato la mancanza dei ntfs-3g per cui mi sono detto: "certo che la politica Debian di stable e' proprio stretta! Almeno Ubuntu fa una stable ogni 6 mesi...". Ho voluto dunque riprovare Ubuntu: la 7.04, Feisty Fawn sembra essere "the best Ubuntu ever" per alcuni, "a bit disappointing" per altri. Preferisco testare di persona.

Ho scaricato due immagini: i386 (sempre l'alternate cd, amo l'installer Debian) e ppc, a quanto ho capito non piu' ufficialmente supportata.

Tento 3 installazioni: mio computer fisso (sempre l'AMD64, 1GB Ram, ecc), portatile 1 (HP Pavilion) e portatile 2 (iBook G4)

L'installazione va bene in tutti e tre i casi. Il sistema parte correttamente in KDE e con delle belle impostazioni di default. Primo problema: la acx111 del mio fisso viene correttamente rilevata ma l'applicazione nella taskbar non riesce ad agganciare l'access point (pur mostrandomelo). Da console, dando i comandi, funziona tutto. Ok, io sono andato in console. Ma l'utente medio? Non sarebbe frustrato dal vedere la wireless rilevata ma impossibilitata ad agganciare reti? Non indago per niente e passo oltre. Aggiungo pacchetti, lingua italiana, multimedia, tutto si installa. Ma noto anche che OpenOffice arriva senza "Calc". Perche'? Non mi interrogo e lo installo di persona.

Mentre installavo questi pacchetti si pianta la macchina. Non e' mai successo... il syslog parlava proprio poco prima di qualche casino con qualche irq, vabbe'...passi. Rientro in adept e...si e' dimenticato tutto. Ok, riseleziono i pacchetti, mando ad installare ma mi viene generato un errore in cui il sistema dice che "un altro gestore di pacchetti potrebbe essere in esecuzione". Vado di "ps aux", ecc. ecc. vado a vedere eventuali lockfile...alla fine non trovo niente. Lancio aptitude... "dpkg was interrupted: please give dpkg --configure -a to continue". Ed esce. Mi e' successo varie volte con debian...ma adept non me lo vuole proporre o comunque risolvere? No, era bloccato cosi'. L'utente medio avrebbe abbandonato tutto...

Passiamo all'iBook. Installazione pulita, come sempre (ma non mi rileva l'lvm presente nel disco), al riavvio ottengo:

  • wireless non funzionante: manca il firmware della broadcom 4306 (ok, non open, ma avrebbe dovuto segnalarlo...)
  • audio non funzionante. Ho dovuto mettere a mano il modulo nella /etc/modules

In compenso trovo una bellissima applicazione nella taskbar che mi da le informazioni su cosa fare quando chiudo lo schermo, ecc. Dico di sospendere su RAM e richiedere la password alla riapertura. Risultato: appena chiudo lo schermo sospende su ram. Lo riapro, il sistema riparte POI si sospende di nuovo su ram. Lo faccio ripartire, chiede la password e si va avanti. Decisamente il pmud e questa applet fanno a pugni e si serializzano. E questo e' abbastanza fastidioso... Poi noto che il sistema e' molto lento, molto piu' della mia Sid. Perche'? La cpu cambia correttamente frequenza, il disco ha tutte le opzioni correttamente impostate... boh, non mi faccio domande e passo oltre.

Storia del tutto diversa sul portatile HP: installazione liscia ma (a causa di un bug presente da sempre) il sistema si congela definitivamente SE la scheda wireless viene impostata dopo l'avvio dell'acpid. In Debian la faccio impostare prima, qui potrei fare uguale ma non riesco ad entrare poiche' il sistema la configura prima di darmi una console. Entro in single user, faccio fare l'impostazione prima e cerco di togliere di mezzo il controllo successivo. Ok, ora entro. Ma un utente medio come avrebbe fatto?

Il mio giudizio, quindi? Ubuntu e' una grande distribuzione MA non cosi' grande come tutti la dipingono. Tenta di essere del tutto user-friendly ma quando qualcosa va storto siamo praticamente in una Debian. E' bello ed e' giusto cosi', ma non mi piace illudere le persone. Non e' tutto cosi' bello e cosi' facile (ancora) e quando qualcosa non funziona e' facile brancolare nel buio. Apprezzo i tentativi del team e spero che essi porteranno a risultati sempre migliori. Ma Ubuntu NON PUO' ESSERE ANCORA CONSIDERATA PER LE MASSE.

Questo, ovviamente, e' il mio giudizio personale, condiviso da altri colleghi e amici.

So bene che molte delle colpe non sono delle distribuzioni Linux ma dei produttori. La mossa di Dell potrebbe essere azzeccata e a quel punto, Ubuntu sara' LA distribuzione per eccellenza, su quelle macchine. Funzionante e stabile sin dal primo boot. Aspetto con impazienza quel giorno.

Ma credo che io continuero' ad installarci la mia fidata Debian :-)

Tiscali ti aggancia (per errore) e non ti sgancia piu'...

Vorrei raccontare la mia storia, nella speranza che qualcuno la legga e non cada nelle stesse problematiche...

Cio' che mi ha fatto piu' arrabbiare e' stato il trattamento che mi e'stato riservato dai call center: nel 90% delle chiamate (nelle quali restavo calmo e rimarcavo di volere solo una pronta soluzione, non beghe legali) venivo trattato come il "ragazzino che vuole subito l'ADSL per chattare e scaricare i film". Dovrebbero anche capire che ci sono molti utenti diversi e che, comunque, correttezza e rispetto vanno date a tutti i clienti PAGANTI.

Lettera aperta del 23 Marzo:

In data 22 Febbraio 2007 vengo contattato da un'operatrice Tiscali. Mi viene offerta una proposta di abbonamento “Tiscali Tandem Free” con subentro su linea telefonica Telecom e operatore ADSL allora attivo (Aruba). Mi mostro interessato MA richiedo i tempi di attivazione e le modalita'. Io sono un consulente informatico, ho dei server dietro la mia ADSL e non posso permettermi piu' di qualche ora di disservizio. Essendo poi nella fase iniziale della mia carriera, non ho ancora quelle forti possibilita' economiche per prendere precauzioni in merito e ne va della mia immagine. A casa dei miei genitori, a 350 km, c'e' una ADSL che dorme tutto il giorno ed e' la mia sicurezza: in caso di problemi mi faccio 700 km in una giornata ma ripristino i server. Vengo rassicurato in tal senso e mi viene spiegato dettagliatamente che per la nuova legge “override”, questo tipo di operazioni vengono effettuate in real-time, di norma di notte tra la mezzanotte e le due, e che al mattino successivo basta cambiare i dati di login e password e si e' subito connessi di nuovo. Questo e' possibile perche' nella mia zona Tiscali puo' collegarsi direttamente e quindi riesce ad offrire questa facilitazione.

Decido di accettare, ribadendo esplicitamente ad entrambi gli operatori con cui ho parlato questa “condicio sine qua non”. Ulteriormente rassicurato in merito, procedo.

Dopo qualche ora mi vengono dei ragionevoli dubbi e comincio ad informarmi per canali informatici e non... scopro che, in effetti, non solo ci sono dei vuoti di giorni e giorni, ma spesso anche di mesi poiche' Tiscali, in alcuni casi (ma come quasi tutti i gestori) ha tempi di attivazione molto molto elevati. Penso, pero', che queste informazioni potrebbero essere datate e incomplete e che con il nuovo decreto Bersani questo possa essere stato superato.

Chiamo Tiscali (130) il 23 Febbraio e una gentilissima operatrice crea certezze dai miei dubbi: per almeno 15 giorni avrei avuto un vuoto di connettivita', che le informazioni che mi erano state date erano “inesatte o comunque non del tutto corrette” e mi suggerisce di inviare subito una raccomandata per richiedere la disdetta del contratto e la non attivazione del servizio, spiegando esplicitamente le motivazioni. I cavi, infatti, sarebbero stati collegati immediatamente ma l'attivazione effettiva del servizio sarebbe stata successiva. Di quanto? “In media, da 20 a 40 giorni”. Mi consiglia di contattare il mio operatore ADSL e di comunicargli la volonta' di proseguire nel servizio, non considerando eventuali richieste inoltrate da Tiscali stessa.

Effettuo il tutto il giorno stesso, ricevendo rassicurazioni da tutte le parti sulla risoluzione della questione.

Il giorno 6 Marzo sono vittima di un incidente motociclistico che mi impedisce di alzarmi dal letto per 20 giorni (e di viaggiare per almeno un mese). Riesco comunque a gestire molte cose con il mio portatile, da casa.

7 Marzo: alle 13.15 il mio modem smette di vedere la mia corrretta portante ADSL e vede una strana linea ADSL2+, a 5 Mbit...mi viene il dubbio, chiamo Aruba e, prontamente come sempre, risolve il problema dicendo che c'e' stato un “problema in centrale telecom”, confermatomi anche dal tecnico di zona che mi ha telefonato. La portante, inutile dirlo, era tornata ad essere quella regolare (ADSL, 1.5 Mbit di handshake).

Sabato 10 Marzo, ore 18.30: viene sganciata la portante ADSL. Il modem non rileva piu' niente. Contatto Aruba il Lunedi successivo (12 Marzo) e chiedo di controllare.

Aruba, tra l'altro, mi aveva gentilmente concesso un rinnovo (il mio contratto scadeva il 9) permettendomi di pagare con un ritardo di alcuni giorni proprio a causa della mia condizione fisica e della mancanza di possibilita' di utilizzare l'ADSL per pagare con carta di credito.

Dopo qualche ora, sempre il 12 Marzo, Aruba mi dice che Telecom ha comunicato loro di avere effettuato lo sgancio della mia portante per richiesta da parte di altro operatore e che quindi, da parte loro, non puo' essere piu' effettuato niente e che il contratto e' risolto per impedimenti tecnici.

Contatto immediatamente il 130, mi viene confermato che deve esserci stato un disguido poiche' l'attivazione non sarebbe dovuta avvenire e che, mandando un fax al numero verde dei reclami, sarei stato contattato al piu' presto da parte di un loro responsabile. Mando il fax, spiego bene cosa e' accaduto, fornisco il mio numero di telefono e chiedo un contatto immediato (specificando esplicitamente “ore, per favore, non giorni”) per risolvere la questione. Nessuno mi ha MAI contattato. Ho chiamato non so quante volte il 130... operatori gentili dicono che hanno messo una nota e massimo ”entro domani verra' chiamato”, altri meno gentili continuano a ripetere che “la richiesta di disattivazione va in porto dopo 30/60 giorni, quindi dal 23 Febbraio devono passare 30/60 giorni”. Peccato che io non abbia neanche la portante e che avevo richiesto esplicitamente, in raccomandata, di NON ATTIVARE PER FALSE INFORMAZIONI NELLE CONDIZIONI DI ATTIVAZIONE. Nessuno mi passa un responsabile (“non possiamo dal call center”) e nessuno risponde ai miei fax.

Intanto continuano quasi quotidianamente ad arrivare sms di Tiscali al mio cellulare “stiamo procedendo alla sua richiesta d'ordine”.

Il 14 Marzo un operatore mi promette un contatto “in settimana, massimo venerdi”. Niente.

Continuano pero' tutti ad insistere che “revocando la disdetta avra' una attivazione rapidissima”. Comodo, non c'e' che dire. Mi danno notizie false, mi prendono in giro, mi staccano l'ADSL preesistente e mi “costringono” ad accettare il loro contratto per “risolvere” la situazione. Come se fosse colpa mia...

Il 19 Marzo mi viene recapitato il modem di Tiscali. Telefono per spiegare che non voglio il modem, ho gia' richiesto la disattivazione (anzi, la non attivazione per informazioni contrattuali errate) ma loro insistono che l'attivazione e la disattivazione viaggiano su strade diverse (???) quindi il meccanismo e' comunque in atto. La gentile operatrice mi conferma, comunque, di aver fatto una richiesta al back-office di contattarmi URGENTEMENTE, in giornata. Alla mia esplicita domanda “me lo assicura?” lei ha risposto “si, stia tranquillo, massimo entro stasera”.

Non si e' fatto sentire nessuno.

20 Marzo, ore 19.34, mi arriva un'email “La tua ADSL e' attiva!” con tutti i parametri di connessione. Ripeto: non c'e' neanche portante! Inoltre, non utilizzerei il servizio, poiche' cio' potrebbe essere visto come una implicita accettazione del contratto.

21 Marzo (oggi), chiamo il 130. Una scortese operatrice continua ad insistere che l'ADSL e' attiva (???) e che non dovro' pagare nulla per la disattivazione, che verra' processata entro 30 giorni dal 23 Febbraio.

Ogni volta che parlo con un operatore cerco di rimarcare che le procedure si seguono nelle situazioni regolari, quando ci sono disguidi di questo tipo si passa la palla al responsabile e si gestisce in maniera piu' diretta. Alcuni concordano e tentano di mettere delle note specifiche sulla mia “scheda” presso di loro (che ormai sara' diventata un'enciclopedia), altri mi liquidano interrompendomi e dicendo “deve aspettare, e' inutile che chiama”.

Insomma, i miei server sono connessi in maniera instabile e incompleta grazie alla gentilezza di un amico ma CHIARAMENTE questo mi sta causando problemi seri sia a livello personale che professionale.

Cio' che voglio e' solo che mi STACCHINO quei cavi e mi LIBERINO LA LINEA. Nel tentativo di fare il gioco che hanno fatto loro con me, ho richiesto una attivazione Alice Flat. Telecom, pero', non puo' procedere perche' la linea non e' libera.

Tiscali pero' lo ha fatto. Come? Non lo so. Aruba dice che a loro e' arrivata la comunicazione da parte di Telecom che io “non ero piu' loro cliente”. E ora vorrei che risolvesse nel piu' breve tempo possibile.

Addendum del 01/05/2007

La situazione si e' risolta il 20 Aprile. Intorno al 25 Marzo vengo contattato da Tiscali (per la prima volta mi chiamano loro!) e mi viene detto che "entro 24 ore sara' tutto libero e l'altro gestore potra' subentrare". Bene, perfetto... aspetto il 30 e richiedo a Telecom di provare ad attivare Alice. Niente, la linea risulta ancora occupata. Aspetto qualche giorno e ricontatto Tiscali, siamo a Pasqua... mi dicono "certo, dal 28 Marzo che la richiesta e' stata fatta devono passare 10/15 giorni lavorativi". A tutte le mie domande "ma allora perche' mi avete parlato di 24 ore?" la risposta variava tra un laconico "si sara' sbagliato" e una sospetta caduta di linea.

La mia linea e' stata liberata il 12 Aprile

Non voglio fare pubblicita' negativa nei confronti di nessuno, volevo solo raccontare la mia storia... e NESSUNO mi ha minimamente chiesto "scusa" o si e' attivamente impegnato a risolvere prontamente il problema. Comodo, non c'e' che dire... Chi ci tutela???

Ah...mi hanno mandato anche la fattura per 8 giorni di connessione...bah

Addendum: Dopo un anno, mi hanno chiesto indietro il modem. A mie spese!

Se i nostri figli picchiano dei ragazzi e si riprendono con i cellulari e' colpa di Google! (!!!)

CyberbullismoNelle ultime settimane non si parla d'altro: giovani che fanno cose assurde (violenze di gruppo, stupri, picchiano coetanei con qualche problema, ecc.) e si riprendono con le videocamere dei propri apparati mobili. Poi diffondono i video utilizzando strumenti di ogni genere (p2p, Google Video, YouTube, community MSN, ecc.).

Notizia di pochi giorni fa: la procura italiana ritiene Google responsabile della pubblicazione (!!!) di un video in cui alcuni minorenni picchiano un loro sfortunato compagno di classe, disabile. Ma la procura italiana sa cos'e' Google Video? E come finira' la questione?

Cerchiamo di guardare la cosa in maniera piu' oggettiva: dei ragazzini minorenni picchiano un coetaneo, lo riprendono e trovano un modo per diffondere il filmato. E' piu' grave la violenza o la diffusione del filmato??? O meglio: e' piu' grave che i ragazzini non abbiano avuto rispetto per un loro coetaneo (con l'aggravante dell'incapacita' di difendersi del povero malcapitato) facendo qualcosa di terribile ed inenarrabile oppure che Google avesse fornito degli strumenti di diffusione?

Premettiamo che la rete Internet e' una giungla. Su questo non ci sono dubbi di alcun tipo. Si trova di tutto, si puo' fare di tutto e, per come e' strutturata, e' praticamente incontrollabile. Siti web pieni di materiale pornografico, materiale di dubbio gusto, notizie false e tendenziose, imprecisioni bestiali che possono causare guai ben piu' grossi (si ricordi, qualche anno fa, delle informazioni per costruire una bomba in casa).

Questo dovrebbe essere il primo concetto chiave. Ma sembra che le nostre istituzioni tardino a comprenderlo, tentando di fare delle leggi assurde (o delle uscite improponibili) e di imporre un controllo sulla rete. Cosa vuoi controllare? Tutto il mondo? Cosa volete fare, applicare la regola delle intercettazioni telefoniche anche alla rete Internet? Si arriverebbe all'assurdo, non si potrebbe piu' andare da nessuna parte se non e' stato preventivamente approvato da chi di dovere. Solo i siti certificati verrebbero permessi. Ma stiamo scherzando???

Questo testimonia la solita incompetenza tecnologica di chi ci dovrebbe controllare, la solita rigidita' burocratica alla quale molti dei nostri rappresentanti (politici e giudiziari) sono legati, gli stessi che dicono che uno stupro di una ragazza con i jeans e' meno grave perche' deve essere stata consenziente poiche' togliere i jeans non e' un'operazione facile (e se l'ha minacciata? beh, si fa una denuncia di tipo diverso, si aspettano altri 20 anni e poi si vede...).

Si perde pero' di vista il nocciolo vero della situazione: dei ragazzi hanno picchiato un coetaneo indifeso e resteranno, con buone probabilita', impuniti poiche' minorenni. Cosa impareranno da tutta la questione? Che loro hanno le spalle coperte. Cosa faranno la prossima volta? Beh, magari uno stupro, tanto...

Signori miei, non e' una questione tecnologica ma culturale: la famiglia, da sempre il fulcro della societa', dovrebbe essere piu' presente e meno tollerante nei confronti di comportamenti del genere. Al giorno d'oggi se il ragazzo va male a scuola e' colpa dell'insegnante (o del modello scolastico sbagliato), se non rispetta gli anziani e' colpa dei Simpson, se picchia un coetaneo e' colpa di Google che gli diffonde il filmato. Se corre in auto e' colpa di Jean Todt, se cade dal motorino e' colpa di Valentino Rossi e cosi' via. Siamo cosi' abituati ad avere "diritto" a tutto (sconti sui prodotti al centro commerciale, tariffe promozionali sulle telefonate, omaggi di ogni genere se acquistiamo saponette profumate) che non abbiamo piu' doveri. Critichiamo la classe politica ma continuiamo ad eleggere sempre i soliti nomi, destri e sinistri. Ci lamentiamo del malfunzionamento di Windows ma disinstalliamo Linux perche' su Messenger non ci sono le iconcine animate.

Ricapitolando, insomma, evitiamo le assurdita'. Google non puo' controllare nostro figlio, noi dobbiamo farlo. Se poi viene su con criteri sbagliati non e' (solo) colpa di cio' che c'e' a questo mondo perche' il mondo inizia nella nostra casa. Se la mamma insegna alla bimba che andare in palestra 3 volte a settimana e' necessario altrimenti "sei brutta e non ti vuole nessuno", la bimba crescera' col terrore di non essere accettata dalla societa'.

Lo strumento informatico pone solo di fronte a nuove scelte e a nuove possibilita'. Siamo noi a dover decidere come usarlo, nel bene e nel male. Non puo' e non deve esistere un controllo dall'alto, a meno di non voler essere in un regime dittatoriale mediatico. Il buon senso deve prevalere in ognuno di noi, altrimenti siamo pronti solo ad autodistruggerci.

Gli informatici, gli "informatici" e quelli che "ci capiscono" - Parte 1: L'utente medio

Come il mondo ci vede...come vediamo il mondo

Parte Prima: l'amico

Visto il "successo" del mio precedente articolo (nel senso che in molti hanno manifestato la propria ammirazione), torno a scrivere un pezzetto di "denuncia sociale" sul mio blog. Stavolta sono meno polemico ma voglio spiegare perche' ultimamente mi arrabbio sempre piu' spesso (pur non potendo, in molti casi, dire niente :-) ).

Distinguero' tra piu' parti: gli amici, i clienti, le aziende...e altro, se mi verra' in mente.

A chi non e' mai capitato di essere chiamato dal vicino di casa (o l'amico di turno) perche' "sul mio Windows non funziona piu' lo scanner (o qualunque altro problema classico dei sistemi M$)"? E quante volte vi sara' capitato di trovare un Windows pre-romanico pieno zeppo di iconcine sulla barra, tre antivirus in cascata (tutti rigorosamenti non-aggiornati), quarantadue anti-spyware, la quick-launch di MS Office e quella di OpenOffice contemporaneamente? Risultato: dodici minuti e trentasei secondi per fare il boot della macchina e un'instabilita' che e' pari solo a quella di un ubriaco che cammina su una corda a 457 metri di altezza. Tu cosa fai? Osservi, guardi, magari se sei troppo espressivo (come me) arricci il naso, guardi la macchina con l'aria di chi chiede "come fai a funzionare?" e poni la classica domanda:

Chi ha installato tutta questa roba (inutile) qui dentro???

La risposta, purtroppo e' sempre la stessa, fiera e baldanzosa: E' stato X, lui ci capisce un bel po'! X e' una variabile e va sostituita con uno dei seguenti: amico, vicino, collega, ragazzino dodicenne prodigio con i computer.

A quel punto, purtroppo, sei nella triste posizione di dover dire la tua, che e' sempre la stessa: "dentro questa macchina c'e' un gran casino, l'unica e' riformattare e ripartire solo con le cose strettamente necessarie".

A quel punto, sbigottito, l'interlocutore dice "ma X mi ha detto che ormai il computer e' troppo vecchio e va sostituito!". Ti insospettisci e fai le tue ricerche. Scopri che la macchina ha un'ottimo processore, montagne (verdi, visto che il sistema pascola) di ram, un disco esageratemente grande. Allora chiedi: "perche' allora Windows 9Y?" La risposta, anche in questo caso, e' sempre la stessa: "perche' X dice che il 9Y e' il windows migliore che c'e'!". Di nuovo resti di sasso e sai gia' cosa devi fare: opera di convincimento sul fatto che cio' non e' sempre vero (specialmente quando sei convinto che non esiste un windows migliore, ma qui si va sulle opinioni personali) e che comunque, sopra un certo tetto di hardware, questo non e' MAI vero.

Ora hai generato un dubbio. X, ogni volta che c'e' stato bisogno, ha sempre trovato un bel programmino che facesse tutto cio' che serviva, tu invece proponi addirittura di riformattare e ripartire da zero! E usando un Windows che X considera "fatto male"! Il sospetto diventa fondato: "forse non ci capisce abbastanza! X mi ha installato un sacco di antivirus, tutti quei programmi che non so cosa siano ma dovrebbero essere fondamentali, tutti gli office e questo vuole cancellarmi tutto!". Dopo qualche domanda decide di farti fare ma solo per un motivo: non puo' chiamare X per l'ennesima volta. Proviamo.

Inizi, sotto gli occhi preoccupati del proprietario del tuo "paziente" e...beh, saltiamo direttamente alla fine. Diciamo che ti osserva attentamente.

Installi UN antivirus, UN programma contro lo Spyware, UN sistema di ufficio (in base al tipo di persona, quasi sempre OpenOffice) e i programmini di cui ha bisogno senza meno. Lui chiede "sicuro che basti un antivirus? Non e' meglio metterne due che stiamo piu' sicuri?". No, non serve. Ma restera' a lungo con il dubbio.

Il sistema funziona. Fa il boot in 30 secondi netti, l'antivirus si autoaggiorna nel modo migliore possibile e senza far partire connessioni indesiderate, la macchina non mostra mai segni di affaticamento, tutti i suoi programmi importanti sono al loro posto, il disco ha recuperato meta' della sua capacita'. Ma lui resta con il dubbio, qualcosa non gli torna. Come e' possibile che il suo amico X, stimato da tutti i colleghi/amici/vicini/parenti non abbia fatto un buon lavoro e, anzi, ha solo peggiorato la situazione?

Bisogna risolvere l'arcano: due giorni dopo ti chiamano insieme, con il viva-voce (oppure ti convocano in assemblea privata, come una sorta di tribunale improvvisato) e X ti chiede spiegazioni sul tuo operato, a suo avviso sbagliato e affrettato. Spieghi per filo e per segno cosa non va, perche' FAT non e' un File System adatto per un disco da 250 giga, perche' non ha senso creare n partizioni da 20 giga per "tenere i dati separati" (cosa c'e' da tenere tanto separato, poi...), perche' la persona non riusciva a creare un file piu' grande di 2GB (e si ricollega al discorso precedente sul FAT FS), gli spieghi come funziona un file system, come e' fatto un disco dentro, il micropeso delle testine di lettura e la velocita' angolare media effettiva del disco, il seek rate e il fatto che gli rpm da soli non significano niente...e lui? Ascolta, con l' aria superiore del professore che sta interrogando un allievo impreparato. Ti arrabbi di fronte alla famosa "saccenza dell'ignorante" (inteso alla latina, ovvero colui che ignora e di cui vorrei parlare approfonditamente in futuro e presente non solo nel ramo dell'informatica). Parti con una filippica tecnica, la dimostrazione di cinquantuno teoremi, la semplificazione di problemi NP completi, la dimostrazione matematica della correttezza del software (non criticatemi: e' tutto ironico, so bene che e' indimostrabile!), quattro macchine di Turing (di cui due a una sola testina) e due cicli di Krebs (che non c'entrano niente ma ci stanno bene). Termini con il tipico e sospirato "c.v.d.". Lui tace per alcuni secondi e poi chiede: "Ma hai installato quel programmino per Uindous che deframmenta la memoria mentre lo usi (e magari succhia via il 98.2% di CPU)?". Rispondi di no, che non l'hai installato perche' lasci fare al Kernel. Lui replica, netto, "Parliamo di computer, non parlare tedesco! Dopo aver installato tutto hai fatto defrag?". No. Parte dunque con la paternale, iniziando con una spiegazione pseudo-tecnica in cui mette in luce l'importanza di avere un disco deframmentato (anche se questo significa tenere la macchina accesa 12 ore al giorno inutilmente poiche' tutti sanno che defrag si fa solo quando non stai usando il computer), seguita da un mixage di termini tecnici maldisposti (tipo il famoso "formattare la ram, inizializzare la memoria del bios, parcheggiare le testine del disco" (operazione inutile, poiche' effettuata automaticamente dai dischi fissi da piu' di quindici anni). Alla fine l'ultima domanda: "Ma hai installato l'ultima beta delle DirectX? E i codec per vedere i DVD (anche se la macchina NON HA il lettore DVD)?". Tu, senza una connessione permanente ad Internet e su una macchina che fara' girare SOLO [MS|Open]Office, hai deciso che non fosse necessario. Rispondi "No,su una macchina cosi' non serve". A quel punto, la sentenza di condanna:

Ho capito, grazie, tutto a posto. Buonasera.

Che poi, come confermato dallo stesso malaugurato (generico) proprietario, e' stata seguita da una serie di commenti sulla tua incompetenza, su come hai fatto solo quello che qualunque cretino avrebbe saputo fare, su come avessi saltato dei passi fondamentali (come il benchmark, per paragonarlo al computer di suo cuggggggino), sul fatto che hai sbagliato perche' non hai installato il programma di firewall su windows (senza capire che con un router ADSL professionale, pur con connessione on demand, non serve il firewallino software). Spara di nuovo a casaccio dei termini, racconta come ha visto il sistema operativo migliore del mondo in un video ("pensa che aveva delle icone a 75 miliardi di colori, animatissime e che dicevano, anche a livello sonoro, "cliccami, saro' tua per sempre". Quello si che e' un sistema operativo fatto bene. Appena esce la beta la scarico da emule"). Poco importa se necessita di 2 GB di ram per girare in maniera dignitosa. Se per scrivere una lettera in testo semplice (rigorosamente .txt, perche' per questo utente l'estensione e' fondamentale. Lui ha paura di usare uno Unix perche' crede che i file abbiano il trucco...mancano le estensioni!Come si fa a lanciare un programma se non c'e' l'.exe?). E poi sei proprio un informatico alle prime armi! Non hai installato nessun tema aggiuntivo, il desktop e' ancora scarno, lo stesso sfondo di default! Il vero "utente di computer (TM)", quello che "ne sa" cambia subito tutte le impostazioni grafiche!

Come ne esci? Arrabbiato e sminuito, se la persona non ti stima troppo (o ti conosce poco). Arrabbiato ma soddisfatto se la persona in questione la conosci bene e si fida di te, capendo che il suo amico X e' solo il classico "smanettone che ci capisce (TM)", ovvero quello che installa Windows due volte la settimana nella speranza di trovare la checkbox nascosta che tira fuori delle funzioni undocumented che spingano il suo computer piu' in alto degli altri, sia come prestazioni che come stabilita'.

Una delle piu' pesanti che mi siano capitate personalmente: ero gia'all'universita', conobbi un mio coetaneo e mi chiese: "Che computer hai?". Risposi: "vari, assemblati e non. Il portatile e' un iBook, un Macintosh, con dentro MacOS Panther, Debian Linux e sto provando anche la (all'epoca) nuova Ubuntu Linux". Mi chiese il numero di giri per minuto del disco fisso e, sul momento, non li ricordavo. Mi rispose: "allora sei uno di quelli che non ne capisce.Ciao".

C.V.D.