Animalisti, oggi

Il mondo cambia di anno in anno e noi cambiamo con esso, anche quando non ce ne rendiamo conto.

In questi ultimi anni stiamo assistento ad un vero e proprio proliferare di animalisti e quello degli animali sta diventando un business importante. In quanto tale, ogni azienda sta studiando e si sta lanciando sempre più insistentemente in questo settore. Non lo vedo come un particolare problema, se non fosse che si sta generando una nuova tipologia di persone: il difensore dell'indifendibile.

L'antefatto: la Natura

In Natura, ogni Animale ha una sua specifica collocazione. Nessuna forma di vita è inutile, nessuna è del tutto indispensabile e tutte, a prescindere, fanno parte di una catena. Milioni di anni di evoluzione hanno creato delle caratteristiche che rendono uniche le specie e hanno forgiato una carattere di base, programmato nel DNA. Una scimmia, insomma, è tale in quanto scimmia, non perché sia diventato scimmia dopo essere nata gatto.

Quando però arriva il business, tutto diventa secondario. Se può aiutare a far soldi, anche un gatto può essere spacciato per scimmia, se questo può convenire a qualcuno. Basta portarlo dallo psicologo animale, fare delle riabilitazioni, spendere qualche migliaio di Euro e tutto diventa (in teoria) possibile.

L'origine dello sfogo

Ecco cosa ho letto oggi su Facebook. Si parlava di un gatto investito dietro una curva, trovato morto in strada, e del fatto che nessuno lo avesse probabilmente soccorso (chi può dirlo? il fatto che tu non abbia trovato il gatto già morto non vuol dire che, forse, chi lo ha investito si è reso conto di averlo ucciso e non potesse fare nulla):

La gente è incredibile: non ha ancora capito che se ama i gatti deve tenerli rigorosamente in casa oppure mettere una rete antifuga per evitare che vadano in giro liberamente.

Ebbene sì, avete letto correttamente. Voler bene agli animali, per questa persona (e molte altre che quotidianamente infestano Internet con frasi del genere) vuol dire intrappolarli in un ambiente non loro, impedendo loro di vivere come vorrebbero, di rispondere agli stimoli che la Natura può fornire loro a nome di una "sicurezza" e un "affetto" puramente egoista.

Da qui parto per uno spunto di riflessione. Il guaio dell'animalismo moderno è, in buona parte, un bisogno sfrenato di antropizzare l'animale. Vanno repressi i suoi comportamenti istintivi e naturali per favorire, stimolare e, diciamolo, obbligare e spingere quelli simili a noi.

Ogni Animale ha le sue caratteristiche

Trattare il cane come un bambino, mettergli il cappottino, ecc. non rende felice il cane (che, mediamente, se ne infischia del cappottino, apprezza solo il fatto che il suo padrone si stia occupando di lui), rende solo "felice" il suo padrone che lo sta equiparando ad un essere umano. Esso, infatti, non sarà felice in quanto trattato da umano, sarà felice solo se potrà vivere il proprio istinto a contatto con la Natura e col proprio padrone.

Il gatto libero di girovagare, cacciare, anche azzuffarsi è un gatto che vive pienamente la sua vita. Un gatto che sonnecchia tutto il giorno su una poltrona, ignaro del mondo esterno (o, peggio, sapendo cosa c'è fuori e non potendo andare) sarà un gatto incompleto, senza stimoli, almeno in parte infelice. Ma il suo padrone o la sua padrona saranno soddisfatti. Diventa un pelouche animato, un loro giocattolo. Non ha più una identità, vive solo un ruolo.

Il cane vuole essere libero e col proprio amico umano, vuole correre e giocare, vuole fare la guardia e annusare gli altri cani. Il resto è un vostro vezzo, non suo.

Ricordo di una vicina di casa che aveva due gatti. Mai usciti di casa (per anni!), castrati, si avvicinavano alla finestra ma non osavano varcarla. Un bel giorno un altro gatto entrò in casa e li indusse ad uscire. Da quel momento, i due gatti non furono più spaventati dal giardino ma, anzi, attratti e ogni giorno volevano uscire e giocare fuori, divertirsi tra i fili d'erba, cacciare lucertole e fare tutto ciò che i gatti amano fare all'aperto.

Se amate davvero gli animali, rispettateli e rispetto non vuol dire costrizione. Un amico dell'animale ne è amico, non padrone della sua vita. L'animale non è un umano, non vuole le cose che vogliono gli umani. Rispettate la sua Natura e vedrete che lei rispetterà voi.

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