S'è rotto il MacBook Pro Retina (Late 2013). Di già.

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Io e la Apple: gli albori

I prodotti Apple mi sono sempre piaciuti e anche alla luce degli ultimi eventi, continuano a piacermi. Ho ancora un iMac G3 verdone, 400 MHz(1. iMac G3), acquistato (usato) nel 2001 e che tengo come oggetto d'arredamento.

Il mio iBook G4 (2. iBook G4 933MHz), arrivato nel Dicembre 2003, ha effettuato un buon servizio, rimpiazzato da un "normale" portatile x86 per ragioni di compatibilità con i sistemi di macchine virtuali che utilizzavo già allora.

Ho avuto due iPhone, un 3G e un 4 (3. iPhone 4 (dopo breve parentesi di 3G)), un MacBook Pro del 2009 (4. MacBook PRO 15" Mid 2009), che sto usando in questo momento per scrivere questo articolo e, nel Novembre 2013, ho pensato fosse arrivato il momento di affiancare al "vecchio" Pro una nuova macchina da usare prevalentemente a casa: un MacBook Pro Retina 15" Late 2013. Processore i7, 16 GB di Ram, SSD da 512 GB (5. MacBook Pro Retina 15" Late 2013). Una bellissima macchina. Aggiungerei alla lista un iPod Nano (prima versione), un iPod Nano più recente, e un iPod Touch (6. Gli iPod).

Io e la Apple: i dispositivi e i loro problemi

Di elettronica ne ho avuta tanta, e come tutti ho avuto dei problemi, nel corso degli anni. Però la mia statistica personale mostra che i prodotti Apple sono bellissimi ma non esenti sia da errori di progettazione che da problemi di affidabilità. Racconterò di tutti i problemi avuti con i miei dispositivi Apple, finendo con quello che, forse, sarà il mio ultimo dispositivo della casa della mela. Sono ancora convinto che siano dei bei prodotti, ma costano troppo e non sono così affidabili come dovrebbero. Poi ognuno avrà le sue esperienze, io racconto le mie.

Come qualcuno avrà notato, ho inserito dei numeri a seguito dei singoli device Apple che ho avuto. Utilizzerò quei numeri per riferirmi ad essi, nelle prossime descrizioni.

1. iMac G3

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Il primo Macintosh che ho avuto è stato un iMac G3, acquistato usato ma in buono stato, che ho utilizzato per qualche anno. Nasceva con MacOS 9 e supportava MacOS X (e contemporaneamente 9, grazie a Classic). Una macchina che si comportava bene, a parte alcuni problemi noti:

  • il cdrom era molto schizzinoso, e rifiutava moltissimi cd e dvd, anche originali. Era un problema noto, che purtroppo era risolvibile solo utilizzando un dispositivo esterno USB

  • il mouse era qualcosa di inutilizzabile. Denominato disco da hockey, era rotondo ed era un classico il prenderlo dalla parte sbagliata. Essendo USB, lo si poteva sostituire con qualsiasi mouse, ma l'intera macchina perdeva parte del suo fascino.

  • si surriscaldava. Complice lo schermo CRT e nessuna ventola di areazione (fantastica opera di ingegneria, per l'epoca), c'era un problema: appena la macchina si metteva a lavorare in maniera intensa, un leggero odore di bruciato pervadeva la stanza. Non ho mai avuto spegnimenti o problemi particolari, ma il suo odore era inconfondibile.

Nel complesso, una eccellente macchina, pur mostrando i suoi limiti. Sostituire un disco era possibile ma molto antipatico, la RAM era più facilmente accessibile ma a volte, senza apparente motivo, "perdeva" uno dei due banchi e ne vedeva solo uno. Problema noto, allora, e apparentemente irrisolvibile.

2. iBook G4 933MHz

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Secondo acquisto, decisamente importante, un bellissimo iBook G4 933MHz. Uno dei primi consegnati a Bologna, costosissimo, ma era il regalo di laurea dei miei genitori, dunque felicissimi di donare qualcosa che sarebbe certamente stato utile anche per un lavoro successivo. Lo è stato, e molto. Appena ritirato, ho subito apprezzato il design, l'architettura PowerPC, la velocità generale del sistema e la qualità di MacOS, pur avendo subito installato Debian su una seconda partizione.

Dopo qualche settimana, però, ho inizato a notare un problema: durante la ricarica, a volte, il led dell'alimentatore si spegneva e il computer continuava a funzionare solo a batteria, fino alla sua completa scarica. Per farlo ripartire, c'era bisogno di staccare e riattaccare la spina. Dopo varie prove, ho capito che il problema si presentava solo quando il computer era molto carico di lavoro, ad esempio se stava processando dei file video provenienti dalla telecamera (sotto MacOS) e, sia sotto MacOS che su qualsiasi distribuzione di GNU/Linux, in fase di compilazione.

Ricerche su forum di ogni genere, fino a scoprire che moltissimi, come me, avevano notato lo stesso problema. L'alimentatore fornito era da 45 W, mentre il computer, a pieno carico, ne richiedeva decisamente di più. Questo lo mandava in sovraccarico e surriscaldamento, attivando la protezione per evitarne la rottura. Insomma, Apple forniva un alimentatore palesemente sottodimensionato rispetto ai consumi a pieno carico del proprio iBook.

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Sono dunque andato all'assistenza (che poi coincideva con lo stesso negozio in cui avevo acquistato il portatile) e la risposta è stata quasi più assurda del problema stesso:

"Lo sappiamo, è sottodimensionato, e il problema c'è. Apple non prevede una sostituzione dell'alimentatore con uno più potente, in quanto per loro è sufficiente per l'utilizzatore medio. D'altronde si parla di un iBook, non di un Powerbook, dunque se ha bisogno di un uso intenso dovrebbe cambiare computer. Oppure spendere 100 euro e comprare l'alimentatore più potente".

Senza parole, ho salutato mostrando il mio disapputo e sono uscito. Ero "solo" un neolaureato in Informatica, giovane, non un grosso industriale, dunque non sono stato trattato col rispetto che meritava un cliente qualsiasi, ma proprio da "ragazzino-che-vuole-scroccare-qualcosa". Inutile dire che in quel negozio non ci ho più messo piede.

Ho utilizzato il mio iBook quotidianamente fino al Marzo 2008, quando è stato rimpiazzato da un portatile Acer (offerta di un centro commerciale), affiancato ad un onnipresente computer fisso, in quanto avevo più bisogno di GNU/Linux che di MacOS, e l'iBook aveva i suoi problemini su di esso. Non l'ho venduto, sia per ragioni affettive che per ragioni pratiche.

Non mi sono comunque perso d'animo, e ho comunque creduto che Apple fosse un'azienda valida. Ho dunque rimandato l'acquisto del successivo dispositivo Apple, ma non escluso.

3. iPhone 4 (dopo breve parentesi di 3G)

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Dopo averlo massacrato per bene, ho avuto modo di sperimentare l'iPhone. In un'epoca in cui Android era ancora acerbo, l'iPhone 3G mi è sembrato avanti, e di molto. Appena il mio gestore telefonico l'ha reso disponibile, e dopo qualche mese di iPhone 3G (anche rallentato dalla vetustità del progetto del dispositivo rispetto alle versioni del sistema operativo correnti), sono corso a prendere un bellissimo iPhone 4 nuovo.

Ricordo ancora il momento in cui ho aperto la scatola, al piano di sopra della vecchia casa. Era l'Agosto del 2010, e non vedevo l'ora di collegarlo al mio MacBook Pro (di cui parlerò nel prossimo punto) per attivarlo. Ottimi matteriali, ottime sensazioni di qualità, peccato che effettivamente perdesse segnale se impugnato in un certo modo, ma non l'ho mai ritenuto un problema importante.

Stesso discorso per il multitasking: iOS non gestisce un vero multitasking, o per lo meno non a livello di singole applicazioni. La situazione, negli anni, è comunque andata migliorando.

Dopo circa un anno e mezzo di onorato servizio, noto che il pulsante centrale ("Home") inizia a non funzionare più bene. Bisogna premerlo molto forte, per farlo funzionare, e non sempre prende il comando che viene dato. Decido di portarlo in assistenza, complice anche il fatto che il problema era ormai abbastanza dilagante e in rete si potevano trovare intere conversazioni in merito.

Ecco la mia conversazione con l'addetto dell'Apple Store di Bologna:

IO: Salve, ho questo iPhone 4, ecco lo scontrino, preso attraverso il gestore telefonico. Non funziona il tasto centrale, può provare lei stesso. Cosa si può fare?

AS: Salve. Problema noto, ma la nostra politica non prevede la sostituzione del tasto. Le daremo un telefono nuovo (rigenerato, NdA) al posto del suo. Procediamo?

IO: Certo! Ecco lo scontrino.

AS: Ah, ma a noi non serve. Dal seriale sappiamo che il suo telefono ha 20 mesi. Per noi è fuori garanzia. Per la sostituzione, sono 200 Euro. Procedo?

IO: Aspetti...ma la legge italiana non prevede due anni di garanzia sui prodotti venduti?

AS: Apple fornisce un solo anno. Se non le sta bene, vada all'associazione consumatori. Oppure vada dal suo gestore telefonico e sarà sua cura gestire la cosa, a sue spese. Per noi il suo telefono è fuori garanzia, e sono 200 Euro per la sostituzione. Procedo?

Non l'ho fatto procedere, e sono andato dal mio gestore. Che, senza fare storie, ha preso in carico l'iPhone e dopo due settimane mi ha riconsegnato un telefono nuovo (rigenerato, NdA) senza battere ciglio. L'ho venduto subito, in quanto ero già tornato ad Android con un LG Optimus Black (ottimo apparecchio, ma non ne ho mai parlato qui), ad una buona cifra. Ho poi saputo che il telefono è finito in acqua, morendo circa un anno dopo.

Se avessi comprato l'iPhone all'Apple Store, avrei dovuto pagare la sostituzione o iniziare una battaglia legale. Questa storia che forniscono un solo anno di garanzia non sembra denotare gran fiducia nei propri prodotti, e non è l'unica volta che mi ha causato problemi (punto successivo).

4. MacBook PRO 15" Mid 2009

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Dopo il trasloco nella (all'epoca) nuova casa e la scoperta che non avrei avuto, a breve termine, una connessione ADSL decente, visti anche gli spazi, ho deciso di rinunciare al computer fisso. In quel periodo avevo anche iniziato a girare molto per lavoro, e avevo già iniziato a muovermi per alcuni interessanti progetti internazionali. La scelta è stata semplice: "un solo computer, portatile, ma buono e stabile, che non richieda aggiornamenti di sicurezza costanti e duri nel tempo". Dopo breve indagine, la scelta è caduta sull'appena uscito MacBook Pro 15" Mid 2009. Introvabile, dopo aver girato tutti i rivenditori ufficiali Apple di tre province, ne avevano ancora uno in un centro commerciale di Bologna. Andato subito a ritirarlo, in una caldissima giornata d'Agosto, sono arrivato a casa e l'ho spacchettato. Ci sto scrivendo questo articolo, anche se il disco originale è stato sostituito da una SSD e poi da un ibrido, la ram è passata a 8 GB nel 2012, per il resto è integro, pur essendo sopravvissuto ad un paio di cadute (recenti) abbastanza importanti.

Sembra dunque che questo MacBook PRO sia perfetto... e invece no!

Dopo circa 14 mesi, noto che il pulsante del touchpad comincia a non essere molto affidabile. Come l'iPhone 4 del punto precedente. Per farlo cliccare, bisogna premere molto forte, e non sempre funziona. Come rimedio temporaneo, ho impostato il tap come click, ma vista la scarsa età della macchina, decido di portarlo all'assistenza Apple.

Solita storia, la stessa dell'iPhone 4:

"Riscontriamo il problema e confermiamo che ne sono arrivati altri. Sfortunatamente lei non ha la "Apple Care [1]", per cui per noi il prodotto non è più in garanzia. Se vuole può lasciarlo, le facciamo un preventivo e poi decide se ripararlo".

Ho deciso di portarlo via, per il semplice fatto che avendo scelto di avere UN computer valido (e altre robine, ma non sufficienti per gestire le mie solite macchine virtuali di lavoro), non avrei potuto accettare un fermo macchina superiore alle 48 ore.

Insomma, di nuovo una situazione in cui sembra che Apple sembra abbia sbagliato a livello progettuale qualcosa e a rimetterci debba essere l'utente. Lo fanno un po' tutte le aziende, ma da Apple non me lo aspettavo.

Da allora, non ho avuto altri particolari problemi, per cui nel complesso sono rimasto molto soddisfatto. La batteria, dopo 6 anni e mezzo, dura ancora quasi due ore, mantenendo le promesse che Apple aveva fatto allora.

Al momento, ha due sistemi operativi: Arch Linux come OS principale, che uso tutti i giorni, e MacOS su un disco esterno, che inserisco in base alle necessità.

5. MacBook Pro Retina 15" Late 2013

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Alla luce dell'esperienza avuta col vecchio MacBook Pro e vista la sua ormai vecchiaia (non posso fermare parte del lavoro solo perché si ferma un computer, dunque devo averne sempre uno più potente e uno sufficientemente potente per coprire, anche lentamente, tutte le necessità), nel Novembre del 2013 ho deciso di acquistare un nuovo MacBook Pro Retina 15". Un computer meraviglioso, dalla batteria infinita, velocissimo, con uno schermo in grado di non stancare la vista anche dopo molte ore di lavoro. Silenzioso, con l'ottima funzione PowerNap che mi consente di avere sempre backup recenti su un Banana Pro tramite Time Machine.

Tutto è andato straordinariamente bene dal 26 Novembre 2013 - data di acquisto - al 16 Novembre 2015. Mentre stavo lavorando su un server remoto via ssh, il terminale (locale) inizia a spararmi una serie di errori inquietanti. Non riconosceva più alcun comando, e dava errore di I/O. Ho subito capito che qualcosa non andava, e iniziato a fare dei test. Inutile dire che le mie brutte impressioni sono state confermate dalla realtà: la SSD da 512 GB è andata.

Ero incredulo. Il computer è stato usato veramente poco, ha 23 cicli di carica di batteria ed è uscito di casa 2 volte, per altrettanti traslochi. In giro, per il resto, porto sempre il vecchio MBP, in quanto il suo valore è ormai basso e un eventuale furto e/o guasto non sarebbero poi così terribili.

Lo porto in assistenza, sapendo che, anche in questo caso, la garanzia valida era di un anno. L'aggravante, poi, è averlo acquistato con partita iva, dunque la garanzia diventa un anno comunque. Per fortuna, però, avevo sottoscritto una di quelle assicurazioni supplementari che propongono per poche decine di Euro.

Dopo pochi giorni, arriva la telefonata. Il danno è la SSD, e non essendoci un pezzo di terze parti disponibile, c'è da sostituirla con una originale Apple. Il costo? *1.200 Euro*. L'assicurazione, invece, ha un massimale di 800. Per cui la differenza dovrò pagarla io.

Sono rimasto senza parole. Di nuovo. 1.200 Euro di danno su una macchina pagata quasi 2.800 Euro meno di due anni fa? Non ho mai avuto guasti su SSD da poche decine di Euro, stressate e massacrate in tutti i modi, e la supermegasborona SSD Apple muore dopo neanche due anni??

Sono ancora incerto su cosa fare. Riprenderlo e usarlo con un disco esterno USB 3 oppure pagare la differenza e farlo riparare? Nel frattempo, in giro si leggono discussioni di persone che hanno acquistato nello stesso periodo, la stessa macchina e stanno avendo lo stesso problema. Chissà se Apple deciderà che la casistica sia sufficientemente ampia e che chi ha speso tutti quei soldi non debba spendere ulteriormente per un danno che, indubbiamente, denota un problema non da poco.

6. Gli iPod

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Non scriverò molto sui tre iPod che ho avuto, in quanto l'esperienza è stata pressoché in linea con tutto il resto. Il primo iPod Nano (primo modello) l'ho chiuso in un cassetto per la pessima qualità audio. Non mi piaceva, era metallico e di basso volume. Alla fine l'ho venduto, in quanto (come tutti i prodotti Apple) l'appetibilità del marchio ha contribuito ad un buon realizzo.

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Il secondo iPod Nano che ho avuto, un graditissimo regalo, è stato invece l'unico iPod che mi ha pienamente soddisfatto. Un buon audio, veloce, sufficientemente snello nell'inserimento della musica (tramite iTunes, ovviamente), ottima batteria, è stato per anni nel bracciolo della mia macchina e compagno di viaggio. Funziona ancora, ma adesso utilizzo prevalentemente Spotify per la musica, per cui è meno stressato.

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L'ultimo iPod che ho avuto è stato un Touch 3g. Purtroppo non ho avuto modo di usarlo molto, è stato un acquisto sbagliato. Quando ho deciso di venderlo, c'è stato un problema: a causa del violento sisma che ha colpito l'Emilia Romagna e che ho vissuto in pieno, poiché casa mia era a pochi chilometri dall'epicentro, l'iPod si è irrimediabilmente graffiato. Era sul tavolo e la scossa lo ha fatto cadere a terra, rovinando parte del vetro anteriore e graffiando completamente la bella parte argentata posteriore. Funziona, ma nelle sue condizioni è scarsamente appetibile. Non ho dunque avuto veri problemi, a parte essere rimasto deluso dalla fragilità del posteriore.

Considerazioni Finali

Alla luce di tutto, cosa penso dei prodotti Apple? Che sono bellissimi e mediamente ben ingegnerizzati, ma che non sono di qualità così superiore rispetto al resto. O, per lo meno, la differenza di prezzo non è rapportata alla differenza nella qualità generale dei prodotti. Al momento attuale, sarei ben restio nell'acquistare di nuovo un prodotto Apple, ma nella vita ho imparato che non si deve mai escludere nulla, specialmente quando si parla del rapido, impaziente mondo dell'elettronica di consumo.

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I Tuttologi Informatici

In tutte le materie ci sono i tuttologi. Quelli che credono di sapere tutto, quelli che credono di capire tutto. Così come non esiste il medico specializzato in tutti i singoli organi, non può esistere l'informatico specializzato in tutte le sfaccettature della materia.

Questo è solo un piccolo sfogo dopo l'ennesimo soggettino di poco conto, con poca istruzione, tanta boria, tanti corsi-di-formazione-pagati-alle-aziende-che-producono-il-software-che-poi-dovranno-vendere che si crede onnisciente e pensa di poter giudicare anche ciò che non conosce.

Per fortuna, quasi sempre i fatti parlano da soli e il tempo livellerà le situazioni.

Fine dello sfogo.

P.S.: primo post scritto in reStructuredText ed è in formato MicroBlog, che aumenta le dimensioni per dare enfasi ai testi brevi. Sì, avete capito. Una sorta di prova :-)

Monitorare i cambiamenti di un sito Web

Watch

I Feed

Da sempre sono un amante dei feed. A mio avviso, ancora oggi non esiste modo migliore di raccogliere le notizie dalle proprie fonti preferite, raggrupparle e leggerle comodamente e a preferenza.

Moltissimi software di lettura si sono susseguiti nel corso degli anni, ce ne sono in giro ancora molti ma la tecnologia, purtroppo, è oggi considerata quasi obsoleta. Il problema non è, infatti, la tecnologia in se quanto il fatto che l'utonto...ehm, scusate...l'utente medio oggi preferisce leggere le notizie all'interno del Social Network preferito. D'altronde è risaputo: la notizia saputa dal famoso "amico-dell'-amico" viene da una fonte decisamente più autorevole rispetto ad un giornalista di professione o, ancora meglio, dal soggetto stesso del fatto.

Google stessa, nel 2013, ha dismesso l'ottima piattaforma Reader, a cui si appoggiavano anche moltissimi programmi di terze parti, tra cui i miei preferiti. Hanno pubblicamente ammesso che l'utilizzo era sciamato, nel corso degli anni.

Ho risolto installando l'ottimo Tiny Tiny RSS su uno dei miei server e la relativa app sugli smartphone. Ottimi risultati su Android, meno su Windows Phone poiché sia l'applicazione ufficiale che quella ufficiosa sono ancora abbastanza lacunose. E i feed sono sistemati.

E se la pagina non ha feed?

La situazione cambia quando il sito in oggetto non fornisce un feed. Fortunatamente ci sono ancora moltissime (e utili) pagine statiche che non presentano alcun apparente modo di controllare gli aggiornamenti. Alcune addirittura non scrivono (almeno visibilmente) la data dell'ultimo aggiornamento.

Ponendomi di fronte a questo problema, ho cercato in giro soluzioni. Dopo un paio di prove, mi sono stabilizzato con l'ottimo urlwatch. Scritto in python, è uno di quegli strumenti che fanno le cose come piace a me: in maniera semplice & rapida. Ci sono opzioni, ma possono essere bellamente ignorate e gestire tutto attraverso una semplice riga di comando e un file di testo di configurazione. Nessun xml, nessuna sintassi astrusa e nessun file di centinaia di righe da studiare: basta creare un semplicissimo file contenente, uno per riga, gli url da controllare. urlwatch, all'esecuzione successiva, effettuerà la prima imporazione delle pagine richieste e le metterà nella sua cache.

Eseguendolo successivamente, esso controllerà se ci sono modifiche e restituirà l'elenco di esse, sotto forma di cosa sia stato eliminato o aggiunto. L'output è eventualmente inviabile via e-mail o utilizzabile in qualsiasi modo si voglia. Io, nello specifico, controllo ogni giorno e, in caso di differenze, esse mi vengono inviate via e-mail.

Un assaggio di Zuk Z1

Zuk Z1

Come antcipato alcun giorni addietro, ho ordinato un nuovo Zuk Z1. Le ragioni sono molteplici, prima tra tutte la voglia di girare con un solo telefono (dual sim) invece che, come avviene già da dieci anni, con due terminali. Considerando inoltre l'aumento medio di dimensioni di uno smartphone odierno, non bastavano più le tasche per tenerli.

Perché scegliere proprio un Zuk Z1? Avevo già elencato le motivazioni, le riprenderò qui:

  • Cyanogen OS nativo - che utilizzo anche sui miei altri Android.
  • Dual Sim - comincio ad essere stanco di portare sempre in giro due telefoni. Meglio uno più grande che due.
  • Batteria mostruosa - secondo me, il maggior limite degli smartphone moderni è la durata della batteria. Apprezzo ancora il LG G2 proprio per questa ragione, ma 4100 mAh sono davvero da record.
  • 3 Giga di Ram, 64 giga di memoria integrata - anche se con una microSD, diventano interessanti anche altri terminali.
  • Per me è assurdo spendere più di 500 euro per uno smartphone. Che tra 6 mesi sarà vecchio, pur non essendolo.

Cosa mi piace

Anticipo subito che le mie aspettative sono state decisamente soddisfatte e che, anzi, il terminale è ben al di sopra delle mie più rosee previsioni.

La prima cosa che ho notato è che dal vivo è decisamente più bello che in foto, la qualità percepita è notevole e lo schermo ha un'ottima resa. Ho ordinato anche la cover in TPU e l'eccellente pellicola protettiva che l'e-commerce da cui l'ho acquistato proponeva, e pur avendolo reso leggermente più tozzo, di sicuro è ora protetto a dovere.

Il primo boot è stato decisamente lento. Più lento della media dei terminali che ho avuto, ma nessun problema in quanto dall'avvio successivo il tutto è diventato più rapido, inoltre non ho l'abitudine di spegnere lo smartphone a meno che non sia strettamente necessario. Il Z1, inoltre, supporta il Quick Boot, una sorta di ibernazione che consente uno spegnimento parziale e un'accensione pressoché immediata. Un po' come facevano i cari, vecchi BlackBerry. Ma attenzione: non fatelo se avete impostato la sveglia. Essa suonerà, ma sarà praticamente impossibile disattivarla fino a quando non avrà smesso di suonare. Siete stati avvisati.

CyanogenOS si comporta egregiamente: tantissime personalizzazioni possibili, sempre snello e fluido (Android Stock è rapido, sono tutte le "schifezze" installate dai vari produttori che lo rallentano a dismisura), funzioni giuste e ho già ricevuto cinque aggiornamenti, per cui il terminale è in pieno sviluppo. Sarebbe grave il contrario, visto che è appena uscito.

Lo schermo ha una buona risoluzione (FullHD) e a mio avviso è ottimo. I QuadHD appesantiscono i chipset, e a meno di volere il massimo della risoluzione a oggi esistente nel mercato consumer, non sono una condizione necessaria. Il Zuk si legge bene, di notte diventa riposante grazie alla sua impostazione automatica di colori in base all'ora e alla luce presente, e rende bene anche i colori.

La fotocamera si comporta bene. Non ha la rapidità di messa a fuoco del laser, ma sufficiente per le mie necessità. Non è paragonabile a quella del Lumia 930, ovviamente, ma è adeguata alle normali necessità. In caso di voglia di foto ben fatte, preferisco usare la mia reflex più che un telefono cellulare.

Ottimo l'audio, per la fascia di prezzo. Si sentono anche alcuni bassi e ha un volume degno di nota. Una piacevole sorpresa, così come è stato sorprendente il lettore di impronte digitali: rapidissimo, non sbaglia un colpo. Unico (piccolo) difetto, probabilmente dovrò ritararlo in quanto dopo aver messo la pellicola, il dito tocca con una diversa inclinazione e potrebbe non riconoscerlo immediatamente.

Fantastica la gestione delle due sim: entrambe possono essere impostate in LTE, ma solo una alla volta. Di solito tendo a tenere in LTE quella connessa alla rete dati, mentre lascio in 2G quella che utilizzo per la voce. Invertire le due cose, comunque, è banale e rapido, per cui non ci sono problemi. Utile anche la possibilità di disabilitare i dati in roaming in maniera separata "per-sim", in modo da non rischiare pesanti addebiti sull'altra.

Ma la cosa che mi soddisfa di più è LA BATTERIA. Finalmente un telefono capace di portarmi a sera in ogni condizione, e sempre con una percentuale elevata di carica residua. Fino ad oggi non ho mai raggiunto un valore inferiore al 50%, anche con utilizzo intenso. Smartwatch attivo, impianto viva voce Bluetooth in auto attivo, rete dati attiva, wifi attiva, eppure non perde colpi. Lo carico comunque tutte le sere, per avere sempre la massima autonomia nel giorno successivo, ma ho finalmente potuto staccare il caricatore dalla presa di corrente dell'auto.

Cosa NON mi piace

Non è tutto oro ciò che luccica. Anche il Zuk ha i suoi difetti. Il principale, a mio avviso, è la mancanza della banda degli 800 Mhz. Alcuni dicono sia inutile, altri che solo Wind, in Italia, la utilizzi ma la mia prova comparativa tra il "vecchio" LG G2 e il Zuk ha mostrato le differenze anche con gestori come Tim e Vodafone, i miei principali. In città, infatti, non vedo grosse lacune (anche il Z1 si connette in LTE), ma appena si esce e si finisce in periferia, si nota subito che mentre il G2 riesce ad avere accesso alla rete LTE (a piene tacche, quindi non a distanza), il Zuk passa in 3G. C'è poco da dire, la "bassa" frequenza è utile proprio per coprire una maggior estensione con minor concentrazione di BTS, e il Zuk non la supporta. Nel mio caso, non è un problema: per l'uso che faccio dello smartphone, non ho necessità dell'LTE, per cui potrei anche tenerlo disattivato. Il 3G ha banda e latenza sufficienti per i miei utilizzi mobili. Ma il problema c'è, e non è il caso di nascondere la testa sotto la sabbia fingendo che non ci sia. Chi ha necessità estrema di LTE sugli 800 Mhz, dovrebbe evitare il Zuk Z1.

Altra (bazzecola) che non mi piace: il cavo fornito è corto, cosa che ultimamente accade spesso. Al momento, non è neanche facile trovare un (buon) cavo lungo USB Tipo C, in quanto ancora non ci sono molte apparecchiature che lo supportano. Tempo al tempo.

Conclusioni

Promosso, a pieni voti. Solido, stabile, poco importa se un po' mattone o se non ha l'NFC, se non ha gli 800 Mhz e lo schermo QuadHD, chi se ne importa se monta "solo" un Qualcomm Snapdragon 801 e non l'810 (che lo avrebbe reso anche una comoda stufetta portatile). Un terminale da usare tutti i giorni, tutto il giorno, che richiede un basso sforzo economico per l'acquisto e può dare molte soddisfazioni. E ha scalzato qualunque Windows Phone dalla classifica dei miei smartphone preferiti.

50.000 km con la Nuova Panda a Metano

Panda Van

La Scelta

Chi mi conosce da tempo è al corrente del fatto che mi piacciono le auto. Lungi da me il fare pubblicità ad un prodotto specifico, ma mi piace raccontare quelle che sono le mie impressioni su ciò che utilizzo quotidianamente.

Nell'Aprile del 2013 ho deciso di ordinare un mezzo aziendale. Un Van, utile per caricare gli strumenti di lavoro. Volevo fosse pratico, di bassi consumi, sufficientemente confortevole e sicuro. Tra le varie opzioni, escludendo i veri e propri furgoncini, erano rimaste due opzioni: La Volkswagen eco up! e la Nuova Fiat Panda a metano.

Perché a metano? Sia per ragioni ambientali, ma anche economiche. Il nuovo motore TwinAir da 85 cavalli (piccolo di cilindrata, sufficientemente potente e bicilindrico) mi ispirava. La preferenza è andata verso la Panda, per vari motivi:

  • Volevo un'auto italiana, anche per ridare una possibilità a FIAT, dopo brutte esperienze passate (ma molto tempo addietro)

  • La Panda ha un serbatoio di benzina normale, non ridotto come la up!. Questo è un difetto per chi gira sempre a metano e per chi compra l'autovettura (non Van) in quanto deve pagare un bollo normale, mentre la up!, con pochi litri di benzina, è considerata monocarburante e dunque paga in maniera ridotta. Nel mio caso, essendo autocarro, pago comunque un bollo diverso e non c'è differenza in base all'alimentazione. Avevo dunque paura di rimanere senza metano e senza benzina, preferendo dunque un serbatoio "classico" di maggior autonomia. In 50.000 km, non ho mai avuto bisogno di fare più di qualche decina di km a benzina (se non per scelta)

  • Il TwinAir della Panda è piccolo, brioso e scattante, mentre l'aspirato della up! è più lento e consuma di più.

  • La Panda, a livello estetico, mi piaceva di più.

Decisione presa: l'8 Aprile parte l'ordine. Prima osservazione: il prezzo. Non è basso, per niente. La Panda Van parte, di listino, circa allo stesso prezzo della normale. La principale differenza, però, è che la Van è davvero un modello base (tanto per citare uno spot d'epoca). Non sono comprese cose a oggi ormai basilari come il tergi posteriore, lunotto termico, ma anche chiave col telecomando o aria condizionata. Tutto è optional, e per avere un veicolo "moderno" a sufficienza, bisogna mettere tantissimi accessori. Ok, ho inserito anche il Blue&Me e l'ESP (sulla sicurezza è sempre meglio non risparmiare), ma il prezzo di listino si avvicinava ai 19.000 euro. Un po' di sconto, non tanto (non c'erano incentivi, in quel momento), e l'ordine è partito. 60 giorni di attesa.

Le prime impressioni

L'auto è arrivata in concessionaria nei tempi stabiliti. Grazie al colore e ai sensori posteriori, sembra una normalissima Panda. Non il classico furgone, ma la tipica utilitaria italiana. Alla prima accensione, già la prima sorpresa: il motore è decisamente silenzioso, e il rombo è particolare. Non sentivo un bicilindrico da anni.

Viaggio di oltre 200 km per portarla a casa, quasi tutti in autostrada. Essendo Giugno, un po' di climatizzatore è servito, ed ero decisamente impressionato: confort eccellente (per la categoria), un pelo rigida ma lo immaginavo, essendo a metano e un Van. Ottima integrazione dell'impianto a metano, essendo di serie, con il cruscotto dell'auto e, in generale, una inaspettata percezione di qualità. A 130 è silenziosa (il rumore motore è quasi assente, e sono abituato ad altri standard), pronta a riprendere in caso di sorpasso e sufficientemente parca nei consumi.

Ogni tanto vibra un po', ad esempio in accelerazione, ma è normale: sono pur sempre due cilindri. Diverte, comunque, quando il regime si abbassa e si sentono i singoli pistoni battere, stile motociclistico.

I consumi

E qui viene il bello. Ok, è risaputo che le auto a metano sono economiche nella gestione quotidiana, ma sono rimasto ulteriormente soddisfatto. Ad andature miste urbane/extraurbane, supero abbondatemente i 300 km con un pieno di metano di circa 10 euro. Il record positivo è stato di 410 km, negativo di 200 ma la qualità del metano è molto importante ai fini della resa, e da zona a zona cambia anche molto. In autostrada, in media, supero i 250 km con un pieno. Insomma, un'auto decisamente parca, ed essendo un mezzo aziendale e di lavoro non è senza dubbio male. Ci sono giornate in cui si gira dalla mattina alla sera e la spesa finale è di...10 euro, per 350 km. Notevole.

Il primo tagliando

FIAT consiglia il primo tagliando dopo due anni o 30.000 km. Sono arrivato ben prima ai 30.000 che ai due anni, e a Ottobre 2014 è finita per la prima volta in officina. La sorpresa, in questo caso, non è stata positiva: 288 euro, quasi l'equivalente di quello che avevo speso per il tagliando della BMW 118d (dei 150.000 km) nello stesso periodo. Non saprei dire se sia stata l'officina ad essere particolarmente cara o se questi siano i prezzi standard, ma mi è sembrato decisamente alto. Chiarirò il dubbio al prossimo tagliando, che verrà effettuato in un'officina FIAT diversa.

Il primo guasto

A circa 40.000 km, la scorsa estate, si è iniziato ad udire un sibilo dal climatizzatore. Ad essere onesti, il sibilo era già percepibile (più ovattato) anche l'estate precedente, ma non avevo dato peso alla cosa. Peggiorando di giorno in giorno, ho deciso un ricovero in officina (causa anche l'approssimarsi della fine della garanzia). Il meccanico ha rilevato un allentamento di alcune fascette di contenimento del gas del climatizzatore, probabilmente causato dalle vibrazioni del bicilindrico. L'auto (anzi, l'autocarro) viene tenuto sempre in garage, dunque protetto.

Riparata dunque in garanzia (ho però dovuto pagare la carica del gas, considerato da FIAT come consumabile...peccato che l'auto l'abbia "consumato" a causa di un guasto riconosciuto in garanzia, ma amen), tutto è tornato a posto... fino al giorno prima di Ferragosto: al minimo, si è sentito un forte sfiato dal motore e di nuovo il clima ha iniziato a sibilare. Tornato in officina dopo la riapertura ferragostana, mi hanno detto che ci sarebbe stato di nuovo bisogno di fermarla per la riparazione e, a dir la verità, non ho ancora avuto tempo di farlo. Alias al momento il clima non funziona, e spero riconosceranno di nuovo il guasto in garanzia (pur essendone ormai fuori) in quanto è di nuovo accaduto ciò che si era presentato (e riparato) in piena garanzia.

I 50.000 km

Il traguardo dei 50.000 km è stato superato in Autostrada, nel corso di un viaggio in giornata di oltre 600 km in mezzo alla nebbia novembrina. Prova ampiamente, come al solito, superata. Alla luce di tutto, ecco cosa penso, a oggi, di questo mezzo:

  • Qualità interna decente. Non ottima. Le plastiche interne, pur non terribili, sembrano un po' dozzinali. Tratto bene le mie auto, eppure la Panda mostra alcuni graffi interni in punti in cui ho sempre e solo appoggiato telefoni cellulari (con custodie morbide) o fogli. Una volta mi è caduta una penna sul tunnel centrale, lo ha leggermente graffiato. Un po' delicata, per i miei gusti... Ma nessun cigolio o altri rumori interni, è ancora compatta come da nuova, davvero una piacevole sorpresa

  • Ottimo cambio. Si è sciolto con rapidità, e ha innesti sicuri e semplici. Cambio e frizione promossi a pieni voti. Ci vuole attenzione con la retro, una bella grattata è altrimenti assicurata.

  • Rigida, ma non scomoda. Sul pianale della 4x4 per far spazio alle bombole, è rigidina ma non troppo.

  • Motore gradevolmente strano. Bisogna guidarlo come un diesel, ed è un pochino fiacco ai bassissimi regimi (complice la cilindrata bassa), ma brioso appena si schiaccia l'acceleratore.

La consiglierei? Beh, in base all'esperienza accumulata fino ad oggi, decisamente sì. Pur col problema, non ancora risolto, al climatizzatore, non mi ha mai riservato sorprese negative. In rapporto alla Golf V TDI DSG acquistata nuova nel 2005 e venduta un anno dopo per disperazione, la Panda è un campione di affidabilità. Il mio record, però, è ancora la già citata (e venduta di recente) BMW 118d. 180.000 km in 9 anni e mai, MAI un problema.

Addendum del 12/07/2019:

La Panda è giunta a 100.000 km, è ancora perfetta e non ha mostrato alcun problema importante.